Nell’ovile c’erano tre chili di hashish e un fucile, condanna ad un ventenne

 
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Gela. I carabinieri, nell’ovile di contrada Fiaccavento, sequestrarono tre chili di hashish, un fucile da caccia con matricola abrasa e decine di cartucce e proiettili. Arriva la condanna per il ventenne Giuseppe Trubia. Il giudice dell’udienza preliminare Lirio Conti gli ha imposto quattro anni e quattro mesi di reclusione. Il verdetto è arrivato a conclusione del giudizio abbreviato, scelto dal difensore, l’avvocato Filippo Incarbone. Per gli investigatori, la droga e le armi sarebbero state nella disponibilità proprio del ventenne. Il pubblico ministero Luigi Lo Valvo, a conclusione della sua requisitoria, ha chiesto un verdetto più pesante, dieci anni e sei mesi di reclusione. Per gli inquirenti, l’ovile sarebbe servito come base logistica, per nascondere sia la droga che le armi, non escludendo che l’hashish fosse destinato allo spaccio in città.

Gli spari. Lo stesso Trubia, il mese prossimo, sarà chiamato a rispondere alle accuse che proprio i pm della procura gli contestano dopo l’inchiesta “Far West”. Insieme al ventiquattrenne Saverio Di Stefano (difeso dall’avvocato Salvo Macrì), sarebbe dietro agli spari che, la scorsa estate, vennero esplosi, in pieno giorno, sia contro un’abitazione di via Cascino sia in direzione di un bar di via Crispi. I pm della procura hanno chiuso le indagini. In fase di interrogatorio, Trubia ammise di aver sparato, scagionando invece Di Stefano, che si trovava nell’auto utilizzata per le azioni, ricostruite dai carabinieri del reparto territoriale.

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