“Perché Siciliano preferì proroghe Tekra?”, Robilatte: “Su mio mandato decide sindaco”

 
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Greco e l'ex assessore dem Grazia Robilatte

Gela. Dietro alle ultime e vibranti polemiche che stanno attraversando i corridoi di Palazzo di Città, ma non solo, ci sono sicuramente molta politica e la consapevolezza di un decoro cittadino che si è progressivamente perso, tutto accentuato dai mesi di lockdown. Nel vortice non è finita solo la guida della municipalizzata Ghelas, ma anche il settore ambiente del Comune, guidato dall’assessore dem Grazia Robilatte. Dagli ex esponenti della giunta Messinese sono arrivate critiche molto dure, che toccano pure le procedure che dovrebbero portare ad una gara per l’assegnazione del servizio, attesa da anni. Il sindaco Lucio Greco ha detto espressamente che “chi dimostra di non essere all’altezza” dovrebbe farsi da parte e da ambienti molto vicini al gruppo locale del Pd fanno sapere che queste parole non hanno riscosso molti consensi, dato che probabilmente erano rivolte anche all’assessore Grazia Robilatte. L’esponente dem ritiene di aver agito, fino ad ora, nella massima trasparenza e anzi le responsabilità dell’attuale stato dell’arte del settore rifiuti le collega all’ex giunta Messinese e al suo predecessore, l’allora vicesindaco Simone Siciliano, che è tra i riferimenti di “Sviluppo Democratico”. “Come mai, già all’inizio della giunta Messinese, non si procedette subito a dare corso alla naturale scadenza del contratto con la Tekra e così all’immediata predisposizione di un nuovo progetto e all’indizione di una nuova gara di appalto? – chiede Robilatte – Come mai, insomma, non si diede corso a quanto chiedeva l’allora assessore all’ambiente Fabrizio Nardo, che invece fu costretto a rimettere la delega successivamente assunta proprio dall’ingegnere Simone Siciliano?”. L’ex vicesindaco e gli esponenti che furono alla base della giunta Messinese hanno sollevato il sospetto che l’assessore Robilatte possa avere l’interesse ad arrivare ad un nuovo affidamento dell’appalto, ma fuori dal percorso della gara pluriennale, quasi a volerlo cucire “in maniera sartoriale”. “Molto probabilmente, se si fosse fatta allora quella scelta i gelesi si sarebbero risparmiati tanti disagi, l’amministrazione avrebbe subito minori costi e, se mi si consente, la mia azione di assessore all’ambiente sarebbe stata molto più agevole e non avrebbe dovuto fare i conti, giorno per giorno, con le indicibili difficoltà di un rapporto contrattuale tutt’altro che univoco – dice Robilatte – basato su traballanti e problematiche proroghe. La stazione appaltante non dispone di quegli strumenti, come le garanzie fideiussorie, la possibilità di rescissione in danno e tanto altro, che di norma la pongono nella condizione di ottenere al meglio l’adempimento di ogni clausola. Molto probabilmente, se allora si fosse fatta quella scelta di linearità e trasparenza, non si sarebbe verificato quanto abbiamo visto in questi mesi, con ben tre gare per il nuovo affidamento del servizio andate deserte, con la conseguenza che si deve cercare di andare avanti stiracchiando in qualche modo un contratto ed un progetto assolutamente superati. E’ paradossale, oggi, che proprio io mi veda accusare di cucire in maniera sartoriale la prossima gara secondo le esigenze di chissà chi, quando invece questa amministrazione ha sollecitato in ogni modo le più trasparenti procedure di gare, alle quali per anni sono state preferite discutibili proroghe proprio da parte di chi oggi lancia l’accusa”. Per Robilatte, l’ex giunta Messinese è stata quella delle proroghe e dei servizi aggiuntivi, che hanno fatto schizzare i costi del servizio. “Stiamo mettendo il massimo impegno per uscire dalla terribile impasse provocata dagli errori del passato, con procedure di massima trasparenza. Riguardo poi alla Tari pagata nel 2019, è ben noto che l’importo è frutto di un documento, il Pef, vincolato ai costi sostenuti per il servizio nell’anno precedente, il 2018, quando cioè non era al governo della città questa amministrazione. Il Pef e la Tari sono stati approvati dal commissario Rosario Arena, ma i costi a cui si riferiscono sono quelli sostenuti proprio dall’amministrazione Messinese che aveva come assessore all’ambiente l’ingegnere Siciliano. Nel Pef approvato dal commissario straordinario l’aumento della Tari del 2019 è derivato, oltre che dagli esorbitanti costi del 2018, anche da un importo di 1.120.129,84 euro per l’ammortamento riferito a debiti fuori bilancio contratti dal Comune per servizi aggiuntivi, cioè al di fuori delle previsioni del rapporto con Tekra, per corrispettivi erogati all’azienda negli anni 2015 e 2016, cioè durante la gestione della giunta Messinese. Sarà senz’altro di conforto per i cittadini sapere che l’attuale amministrazione, l’attuale sindaco, così come io stessa quale assessore all’ambiente – continua Robilatte – non abbiamo fin qui posto in essere un solo atto aggiuntivo, insomma nessuna maggiorazione di costo rispetto alle previsioni del pur problematico rapporto contrattuale con la Tekra. Durante il breve mandato di questa amministrazione il costo del servizio è stato riportato al canone contrattuale, non un euro in più. Forse, prima la città era più pulita? La raccolta era puntuale? Le strade lucidate? Io non credo proprio. Questa è ovviamente solo la mia opinione. E’ un fatto certo ed incontestabile, che noi non abbiamo speso un euro in più di quanto era in origine previsto, non abbiamo dato causa a contenziosi o maggiori esborsi né assunto impegni o fatto debiti fuori bilancio. Abbiamo invece avuto il più scrupoloso rispetto per le casse del Comune e per i denari dei cittadini”. Lo scontro si gioca sul filo dei milioni di euro, in un servizio che fa gola a molti. Con i numeri che l’assessore dem pare intenzionata ad esporre pubblicamente, l’amministrazione potrebbe pensare ad un’eventuale riduzione della Tari, anche se c’è l’esigenza di far quadrare i conti. All’assessore vengono contestate diverse manchevolezze nella gestione del verde pubblico, con tante aree che sono lasciate al loro destino.

“Fino all’11 maggio, a causa del lockdown, intervenire era impossibile, per espressa previsione di legge – dice ancora – sostenere che sotto lockdown si sarebbero potute svolgere le attività di pulizia non ordinaria è una clamorosa fandonia. Posso invece assicurare che superata questa fase si è già iniziato, con celerità, a portare avanti lo spazzamento e lo scerbamento di marciapiedi e strade. La sistemazione di ville, giardini ed aree e spazi verdi non rientra tra le deleghe a me assegnate. C’è un programma ben definito, predisposto con la preziosa collaborazione del nuovo dirigente del settore, l’ingegnere Grazia Cosentino”. L’assessore però sa che i giudizi a tinte forti del sindaco Lucio Greco, che ha descritto una città “abbandonata sul piano ambientale”, potrebbero avere conseguenze. “Per quanto mi riguarda, sono assolutamente serena e convinta di avere agito nel miglior modo possibile, in relazione ovviamente alla particolarità della situazione e nei limiti delle competenze dell’organo politico rispetto a quello dirigenziale – conclude – peraltro sostituito solo di recente, e di potere continuare a svolgere il mandato in modo adeguato e senz’altro con il massimo impegno ispirato ad esclusivo spirito di servizio e scrupoloso rispetto delle leggi e dei conti del Comune. Se non dovesse essere questa l’opinione di chi sul piano amministrativo o politico ha più alte e generali responsabilità, ed alle cui libere valutazioni il mio mandato è stato rimesso fin dal giorno successivo a quello del mio giuramento, non si ha che da provvedere immediatamente a porre in essere scelte diverse senza che da parte mia mai ci saranno riserve o remore di sorta”. Un eventuale taglio avrebbe però inevitabili strascichi politici, con il Pd che non sembra disposto a mettersi sulle spalle la croce del fallimento nella gestione del servizio rifiuti.

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