Ponteggi e materiale ferroso nei fondali, chieste cinque condanne per manager e tecnici Eni

 
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Sui fondali trovati resti di ponteggi e impalcature

Gela. Sarebbero mancati i controlli e ci sarebbero responsabilità dei vertici e dei tecnici di raffineria. Questa mattina, il procuratore capo Fernando Asaro ha chiesto condanne per i cinque imputati, tutti a processo per quanto accertato nel corso di un’indagine condotta dalla procura e dalla capitaneria di porto. Nei fondali a ridosso dell’area pontile del sito della multinazionale, venne riscontrata la presenza di materiale ferroso, resti di tubazioni e di ponteggi. “Oltre un milione di chili di materiale ferroso”, ha precisato Asaro. Il pm ha chiesto la condanna ad un anno di reclusione per Alfredo Barbaro, Arturo Anania e Calogero Sciascia. Otto mesi, invece, per Bernardo Casa e Settimio Guarrata. In base alle conclusioni rese in aula dall’accusa, anche la società Raffineria deve andare incontro a sanzione, per un ammontare di 400 quote, ridotte a seguito del ravvedimento operoso. L’azienda, infatti, come già spiegato nel corso dell’istruttoria dai legali di difesa, ha proceduto ad un’attività di bonifica di quell’area, con la rimozione di gran parte di quanto presente nei fondali. Per l’accusa, però, si sarebbe trattato di un intervento fin troppo tardivo, “solo quando ha avuto inizio il processo”. Durante la requisitoria, il procuratore ha parlato di un “modus operandi” consolidato che avrebbe portato a smaltire rifiuti pericolosi direttamente in mare, determinando “inquinamento ambientale”. Una ricostruzione che per le difese non può comunque coinvolgere gli imputati, che non avrebbero alcuna responsabilità diretta. Prima della requisitoria, sono stati acquisiti verbali redatti da Ispra e Ministero dell’ambiente. Nel procedimento sono parti civili proprio il Ministero dell’ambiente (con l’Avvocatura dello Stato attraverso il legale Giuseppe Laspina) e il Comune (con l’avvocato Ornella Crapanzano).

Le difese, durante il dibattimento, hanno portato a testimoniare periti di parte che hanno escluso un impatto ambientale dalla presenza del materiale ritrovato dai sub della capitaneria. Nel corso della prossima udienza, davanti al giudice Miriam D’Amore, toccherà alle difese e ai legali di parte civile concludere, prima della decisione. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Grazia Volo, Carlo Autru Ryolo e Gualtiero Cataldo.

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