Progetto “Sicilia diffusa”, accordo tra Ersu e Confederazione siciliani Nord America

 
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PALERMO (ITALPRESS) – Il concetto di scambio culturale diventa veicolo per opportunità lavorative ma anche per consentire ai residenti all’estero di recuperare le proprie origini siciliane: uno scenario possibile grazie all’accordo siglato, nella Sala Mattarella di Palazzo dei Normanni, tra Ersu siciliani (Palermo, Catania, Messina ed Enna) e Confederazione siciliani Nord America (Csna), nell’ambito del progetto ‘Sicilia diffusà.Tale protocollo ha la finalità di attivare tra Sicilia e Nord America iniziative in favore dei giovani di età universitaria e neolaureati sia residenti in Sicilia sia oriundi siciliani nell’area Stati Uniti – Canada con incentivi allo studio, assistenza per chi voglia fare esperienza da laureato, interscambi universitari in attività formative (per studenti, dottorandi, docenti e personale); gli Ersu siciliani prevedono anche l’assegnazione di borse di studio straordinarie per studiare in Sicilia, incarichi di attività universitaria a tempo parziale, supporto reciproco per percorsi di studio, tirocini e stages.Un primo accordo con Csna era stato siglato dal solo Ersu Palermo nel 2011 e aveva avuto durata triennale: al suo interno era prevista l’istituzione di un dottorato di ricerca tra l’Università di Palermo e quella del Texas Medical Branch, a Galveston. Stavolta il protocollo è esteso a tutti e quattro gli Ersu siciliani e l’intenzione manifestata dai firmatari è di espandere l’accordo ad altri territori, dal Sud America all’Africa fino all’Australia; l’evento ha dato anche modo di presentare un tirocinio retribuito negli Stati Uniti, offerto da Monzesi Spa (Pmi innovativa lombarda operante in Italia, Egitto e appunto Stati Uniti), attivato a Orlando e destinato a un giovane ingegnere neolaureato a Palermo che abbia i requisiti di reddito e di merito Ersu.“Lo scambio culturale è uno strumento formidabile per mettere in contatto diverse culture e ampliare le conoscenze durante il percorso universitario – sottolinea il presidente di Ersu Palermo, Michele D’Amico, – allo stesso modo può consentire a chi ha lasciato la nostra regione di ricostruire un rapporto con il territorio, senza dimenticare le opportunità di lavoro di cui potranno usufruire sia questi ragazzi sia i siciliani che andranno a studiare in quell’area”. Per Vincenzo Arcobelli, presidente emerito di Csna, “i siciliani all’estero possono dare un contributo notevole allo sviluppo della nostra identità culturale, che con la globalizzazione rischia sempre di più di evaporare. Il mio obiettivo è dare continuità a questo percorso non solo sul piano universitario, ma anche coinvolgendo altri settori per creare flussi di turismo ed economia: vogliamo, in altre parole, dare alla Sicilia le stesse opportunità che ci sono negli Stati Uniti”.Un plauso al protocollo arriva anche dal vicepresidente Ars Nuccio Di Paola, il quale sottolinea come “la competitività di una regione si vede nel modo in cui attira talenti: farne tornare alcuni in Sicilia per la loro formazione è una sfida che siamo pronti ad accogliere”. L’accordo tra Ersu e Csna si integra inoltre con un progetto di legge sul tema delle migrazioni, curato dall’assessore regionale alla Famiglia Nuccia Albano: “E’ un argomento su cui serve un ammodernamento legislativo: le comunità siciliane all’estero rappresentano una realtà importante non solo nelle comunità in cui vivono, ma anche per la nostra regione. Ecco perchè ritengo opportuno rinnovare la consulta dei siciliani all’estero, che negli ultimi quarant’anni ha avuto diversi problemi organizzativi, e adeguarla con l’aggiunta di una piattaforma digitale”. foto xd8 Italpress(ITALPRESS).