Protesta operatore guardiafuochi, Archimede: “Ci sta calunniando, azienda opera rispettando regole”

 
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Gela. La protesta dell’operatore guardiafuochi Salvatore Comandatore è proseguita anche oggi, davanti Palazzo di giustizia. Chiede di riavere il lavoro che svolgeva nel porto isola per conto dell’azienda “Archimede”, da anni attiva nel sito con dipendenti locali. L’operatore e il presidente dell’antiracket Salvino Legname hanno avanzato una serie di denunce pubbliche su presunte irregolarità dell’azienda e di azioni volte a danneggiare il lavoratore. Proprio dalla società però fanno sapere che si recheranno in procura a segnalare i fatti. Si ritengono “calunniati” da Comandatore. “Questo lavoratore ha sempre agito contro l’azienda avviando decine di azioni giudiziarie, mai andate a buon fine – riferiscono dagli uffici di “Archimede” – non è assolutamente vero che non sia stata rispettata la decisione del reintegro. A giugno, Comandatore è stato convocato ma non si è presentato per almeno tre mesi e abbiamo provveduto al licenziamento. E’ falso che sia stato licenziato perché si sarebbe opposto all’ordine di sversare in mare idrocarburi”.

I responsabili della società, che si occupa del servizio guardiafuochi al porto isola, insistono sulla correttezza delle condotte e sul rispetto delle regole. “Il lavoratore ha dichiarato il falso – sottolineano – i nostri mezzi sono in regola così come il versamento dei contributi. Se ci fossero anche solo minime anomalie di certo non potremmo lavorare nel circuito di Eni”. Infine, l’azienda fa sapere di essere “fiduciosa rispetto all’azione dell’autorità giudiziaria”.

1 commento

  1. Ciò che la società omette di dire,è che l’INPS l’ha multata per 850.000,00 Euro circa,ed a proposito di contributi,dovrebbero spiegarci come sono arrivati a beccarsi questo grosso verbale,ed ancora non sappiamo se l’INPS ha denunciato penalmente questo reato.Ma non solo questo: nel 2019 fu presentata una denuncia contro la società Archimede,per i fatti che ormai tutti conosciamo,alla Capitaneria di porto,la quale,chissà per quali motivi,dimenticò di trasmetterla in procura,ed allo stesso tempo non fu preso alcun provvedimento di verifica,per i fatti accaduti,soprattutto perché dopo quattro anni i testimoni,attendono ancora di essere ascoltati.Ma sappiate,che intanto sono state prese altre iniziative penali,contro coloro che hanno cercato di insabbiare il tutto,lasciando nei guai questo eroico capo barca/motorista,che ha sempre lottato come un leone,per ottenere diritti e giustizia.

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