Randagismo, turisti aggrediti all’interno delle mura Timoleontee

 
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Gela. Le Mura Timoleontee sono in mano ad un gruppo di cani randagi. E ieri mattina hanno costretto alcuni turisti a fuggire per evitare di essere aggrediti.

Una donna, nel tentativo di fuga, è anche caduta, riportando alcune escoriazioni. Se le conseguenze non sono state gravi per la signora che aveva deciso di ammirare le fortificazioni greche, lo stesso non si può dire per il danno di immagine creato alla città. A raccontare la vicenda è Roberto Piva, un giovane che vive a Torino ma i cui genitori sono gelesi. Era tra la delegazione che ieri aveva deciso di visitare le bellezze della città. Iniziando da Caposoprano. Una volta però entrati dentro e percorso il lungo vialone che conduce ai bagni greci ed alle fortificazioni un branco di randagi ha iniziato a ringhiare, minacciando di aggredire i turisti, di origine piemontese, fra i quali c’erano alcuni giovani gelesi.

Due donne sono fuggite ed una di esse è stramazzata per terra, facendosi anche male. Sono intervenuti anche i custodi dell’area archeologica ma ovviamente i cani sono fuggiti.
I turisti hanno dovuto a malincuore rinunciare all’escursione. “E’ un peccato quello che è accaduto – racconta Roberto Piva – mia zia si è fatta male cadendo per sfuggire al branco di cani randagi. Pur vivendo a Torino mi considero di Gela e con rammarico dico che questi beni di valore inestimabile non sono valorizzati a dovere. Il problema della sicurezza diventa fondamentale per chi vuole visitare questi reperti unici al mondo”.

Il direttore del parco archeologico, Ennio Turco, ammette le difficoltà. “Purtroppo sappiamo bene della presenza all’interno di un’area archeologica così vasta dei cani randagi- dice – abbiamo segnalato il problema al Comune ma diventa complicato proprio perchè non è facilmente transennabile per la presenza dei dirupi. Io personalmente sono stato aggredito in spiaggia dai randagi”. Il 9 agosto scorso il Comune ha impegnato 52 mila euro per il servizio di ricovero, mantenimento e cura dei randagi per 50 giorni. La convenzione con la Ricara scade però domani.

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