Rsa “Caposoprano”, indagine su condono e autorizzazioni: fissata udienza preliminare

 
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Gela. Presunte forzature, fino al rilascio di atti tecnici considerati falsi. Secondo i pm della procura, ci sarebbero state diverse irregolarità, con l’ipotesi anche della truffa, nelle procedure di rilascio dei provvedimenti di condono edilizio per la struttura dell’ex albergo “Caposoprano”, che oggi ospita l’omonima Residenza sanitaria assistita. Dopo la chiusura del nuovo filone di indagine sulla Rsa, successivo a quello che ha già portato a processo quindici imputati, è stata fissata l’udienza preliminare per l’inchiesta che ha consentito ai pm della procura di proseguire gli approfondimenti sull’ex albergo e su quanto sarebbe accaduto nel rilascio delle autorizzazioni. L’udienza davanti al gup è stata fissata per dicembre e i magistrati della procura ritengono che debba essere disposto il rinvio a giudizio. Sono almeno diciotto i coinvolti.

I militari della guardia di finanza si sarebbero concentrati sulle carte che condussero i vertici della Sst (società proprietaria della residenza sanitaria) ad ottenere una sorta di condono complessivo sull’immobile dell’ex albergo “Caposoprano”. Si ipotizza il rilascio di attestazioni tecniche ritenute false e sottoscritte solo per consentire ai vertici della struttura di mantenere l’accreditamento regionale e la convenzione con Asp, che è già stata rinnovata per altri tre anni. E’ stata ricostruita una lunga scia di presunti falsi e atti rilasciati, violando le norme edilizie e soprattutto quelle in materia di condono. Fatti che verrebbero collocati tra il 2015 e il 2016. Per gli investigatori, tutto sarebbe stato organizzato allo scopo di evitare interventi di demolizione nell’immobile di Caposoprano, che avrebbero probabilmente generato la revoca dell’accreditamento regionale e della convenzione per le prestazioni sanitarie con l’Asp di Caltanissetta. Tutti fatti che verranno verificati dal gup, in attesa delle successive determinazioni. Davanti al gup si presenteranno le difese dei vertici della Sst, ma anche di dirigenti e funzionari comunali, di tecnici Asp, di rappresentanti del comando provinciale dei vigili del fuoco e di professionisti impegnati nelle procedure.

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