Sedici mesi senza stipendio, la formazione professionale rischia di chiudere

 
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Gela. Gli enti di formazione professionale di ispirazione cattolica ieri hanno manifestato a Palermo prima di incontrare il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, il deputato Giovanni Ardizzone.

C’era anche una delegazione gelese nel corteo che ha mosso da piazza Indipendenza a palazzo dei Normanni per chiedere una buona formazione e il riconoscimento delle 17 mensilità non ancora pagate.

Per questo motivo il Ciofs è stato costretto a dichiarare lo stato di crisi che nei prossimi mesi potrebbe sfociare con le prime lettere di licenziamento passando per la cassa integrazione come già accade per i formatori del Cnos fap. Il presidente dell’Ars ha incontrato una delegazione composta dall’ispettore del centro salesiano, don Gianni Mazzavi, suor Mariella Lo Turco delegata regionale Ciofs, don Luigi Sanzone delegato Cnos, Piero Quinci presidente Città solidale, don Enzo Firrarella presidente Cnos fap.

Sono intervenuti anche alcuni deputati tra cui l’esponente gelese del Pd, Giuseppe Arancio i quali non hanno potuto fare altro che mostrare solidarietà nei confronti dei centri di formazione professionale cattolica considerata l’impossibilità di intervenire da un punto di vista esecutivo.

Il presidente Ardizzone si è impegnato a accettare la proposta inoltrata dagli esponenti dei centri di formazione per proporre una legge a tutela dell’obbligo formativo e istaurare un capitolo nuovo di formazione legato a Ifp (istruzione e formazione professionale).

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