Sei aziende perdono l’appalto, cosa succederà ai 450 dipendenti dell’indotto?

 
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Gela. Un esercito di circa 450 lavoratori, tra metalmeccanici, tecnici, progettisti, operai comuni dell’indotto è con il fiato sospeso. Sono dipendenti delle sei imprese del settore metalmeccanico che hanno perso la commessa di lavoro in Raffineria Eni.

L’appalto per il contratto quadro è andato a due società, la Sicilsaldo e la Ergomeccanica, che lo gestiranno per i prossimi tre anni per un importo di 40 milioni di euro.

Si tratta di due società solide dalle strutturate capacità finanziarie e imprenditoriali. Il problema è capire se utilizzeranno esclusivamente la propria forza lavoro o assorbiranno parte dei lavoratori delle imprese che invece hanno perso l’appalto. Lo scenario che si pone è dalle tinte fosche. Alcune delle sei aziende in questione hanno diversificato la loro attività e sposteranno i loro dipendenti in altri cantieri ed in altre città. Altre però rischiano seriamente di andare incontro a licenziamenti o cassa integrazione.

Un mese di proroga consentirà ad aziende e sindacati di capire come si evolverà la situazione, tant’è che nessuno per ora si sbilancia.
Le aziende in difficoltà sono quelle composte dai raggruppamenti composti da Cosmi Sud (forza lavoro di circa 60 unità), Cosime (30) ed Eurocoop (100), e poi l’Ati composta da Eurotec (20 posti a rischio) Tucam (una settantina di unità) e infine quello della Smim (180 dipendenti).

“Per chi – dice Angelo Tuccio, presidente di Eurotec – negli anni ha potuto diversificare la propria attività, il rischio di ripercussioni negative è contenuto. Verificherò nelle prossime settimane la possibilità di evitare decisioni traumatiche per i miei dipendenti”.

I sindacati per adesso sono cauti. “La scelta di prorogare un mese i contratti ci consente di avviare consultazioni con le aziende che hanno perso la commessa”, spiega Nicola Calabrese, segretaria della Uilm.

Teoricamente gli imprenditori risultati vincitori si dovrebbero impegnare a “valorizzare le competenze delle maestranze locali con prospettive di crescita per il territorio”. Di conseguenza, se la Ergo Meccanica e la Sicilsaldo non avranno nel loro organigramma le competenze specifiche dovranno attingere dal bacino della lista di disponibilità, ovvero da un elenco di lavoratori che sono stati licenziati o posti in mobilità ed attendono di essere reintegrati da aziende subentranti. Non sarà però così semplice come sembra. La preoccupazione è notevole, soprattutto per quelle aziende che sono mono committenti.

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