“Sfiducia salvò città da baratro”, Cirignotta: “Messinese aveva aperto mercato vacche”

 
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Cirignotta difende la decisione di due anni fa che portò alla sfiducia di Messinese

Gela. “La sfiducia alla giunta Messinese ha salvato la città dal baratro. Altro che malapolitica”. Vincenzo Cirignotta, che da consigliere comunale, due anni fa, sostenne la scelta di chiudere anticipatamente l’esperienza amministrativa dell’allora sindaco e dei suoi assessori, ribadisce la linea. Lo fa, mentre Messinese e alcuni ex assessori sono ritornati alla carica, contestando le mosse del sindaco Lucio Greco, in un clima che ha condotto il commissario cittadino di DiventeràBellissima Michele Orlando a rivangare le “ferite” politiche della sfiducia, parlando appunto di un atto di “malapolitica”. Messinese ha appena aderito al movimento del presidente della Regione Nello Musumeci. Cirignotta, invece, traccia un quadro completamente diverso e descrive una città che, in quel periodo, versava in situazione di assoluta emergenza. “Vorrei rammentare a quanti dimostrano di avere la memoria corta, che la mozione di sfiducia all’allora sindaco Messinese maturò in un clima di perenne conflittualità tra la giunta e il consiglio comunale – dice – conflittualità che aveva determinato una frattura insanabile tra l’organo amministrativo e quello politico. Messinese navigava a vista, la città era difatti senza amministrazione, con la burocrazia comunale che remava contro. C’era un Comune paralizzato. Scene come quella della primavera del 2018, con la città invasa dai rifiuti, che a seguito di un acquazzone galleggiavano per le strade mettendo a serio repentaglio la salute di tutti, resteranno indelebili nella testa di ognuno di noi”. Secondo Cirignotta, non si trattò solo di mancati risultati amministrativi, ma anche di un evidente isolamento politico. “La vera incapacità dell’ex sindaco è stata di non avere saputo costruire una maggioranza in consiglio comunale. Vano è stato il tentativo di acquisire il voto ora dell’uno ora dell’altro consigliere comunale, aprendo un vero e proprio mercato delle vacche – aggiunge – difendo con forza quella scelta politica, che chiaramente a tanti non è piaciuta, ma che fatta salva la breve parentesi di gestione commissariale, ha portato la città a nuove consultazioni che hanno consentito di eleggere un sindaco, con una vera maggioranza di governo”.

L’ex consigliere in più occasioni si scontrò con i vertici di quella giunta su temi molto delicati, a cominciare dal servizio rifiuti. A distanza di quasi due anni, è ancora più convinto che l’unica soluzione plausibile fosse la sfiducia. “Di quella esperienza amministrativa rimpiango solo una cosa – conclude – Messinese andava mandato a casa subito dopo i ventiquattro mesi di consiliatura. La città ha perso un anno, ma ce l’abbiamo fatta”.

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