Sì al termovalorizzatore, no alla termo-ossidazione: le contraddizioni della Regione

 
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La tecnologia predisposta da "Energika" era basata sul processo "two"

Gela. Domani, dovrebbero iniziare gli incontri ufficiali tra l’amministrazione comunale e gli esponenti del governo regionale. Il sindaco Lucio Greco e la sua giunta sono alla ricerca di dati precisi sul progetto di un termovalorizzatore, da 647 milioni di euro, annunciato la scorsa settimana dal presidente della Regione Nello Musumeci. Il primo cittadino, gli assessori e il presidente dell’assise civica Salvatore Sammito, al termine di un incontro urgente tenutosi sabato mattina, non hanno posto un diniego a priori ma vogliono valutare il progetto e tutti i possibili impatti, anzitutto sul fronte ambientale. Dovrebbe essere in agenda anche un incontro con il presidente Ars Gianfranco Miccichè. Dem e grillini hanno già detto no al progetto e il fronte nettamente contrario inizia a farsi sentire. La decisione annunciata dal governatore Musumeci ha sicuramente spiazzato l’amministrazione comunale, che ancora stava cercando di capire quali conseguenze avrebbe potuto generare l’eliminazione del vincolo ai quantitativi giornalieri di rifiuti destinati a Timpazzo, depennato sempre dagli uffici regionali. Nelle stanze palermitane, la ricerca di soluzioni all’emergenza rifiuti, praticamente infinita, ormai da quasi un anno ha portato a focalizzare l’attenzione quasi esclusivamente sulla città, anzitutto con Timpazzo, che ha dovuto sopportare una pressione sempre maggiore, con rifiuti che arrivano da più aree dell’isola. Ora, il termovalorizzatore, quasi a smentire la linea che la Regione si era data in un caso non analogo ma sicuramente simile. Gli stessi uffici regionali, che dovrebbero definire l’iter del maxi termovalorizzatore, hanno più volte bocciato un altro investimento nel settore, che era stato avanzato da un’azienda locale, Energika. La società aveva avviato tutte le necessarie procedure per arrivare alla realizzazione di un impianto di termo-ossidazione dei rifiuti. Processo che avrebbe dovuto consentire la produzione di energia. Il dipartimento regionale territorio e ambiente e la commissione tecnica specialistica rilasciarono sempre pareri negativi. Addirittura, i giudizi contrari vennero giustificati sul presupposto che l’impianto di Energika, con una capacità sicuramente assai ridotta rispetto al termovalorizzatore proposto da Musumeci, rientrasse nella categoria degli “inceneritori”. Aspetto sempre contestato dagli imprenditori e dai loro legali, che si rivolsero alla giustizia amministrativa, senza però riuscire ad ottenere una decisione che potesse invertire la rotta. Il gruppo locale fece sempre sapere che si prevedeva il rispetto dei parametri ambientali, con emissioni abbattute.

Per gli uffici regionali, quell’impianto da 50 mila tonnellate annue, era da ritenersi “impattante”. A distanza di pochi anni, sembra tutto cambiato. Il maxi termovalorizzatore, quindi, non sarebbe impattante, almeno stando alle prime dichiarazioni ufficiali rilasciate dal presidente Musumeci. Sulla carta, dovranno essere gli stessi uffici che dissero no al sistema di termo-ossidazione a pronunciarsi anche sul termovalorizzatore, che a questo punto non sembra più così pericoloso.

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