Sindacati temono per Argo-Cassiopea, “pronti a mobilitarci”: Eni conferma investimento

 
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Castania, Catania ed Emiliani

Gela. Domani, nel corso di un incontro già fissato tra le organizzazioni sindacali di settore a livello nazionale e i vertici di Eni, dovrebbe arrivare la richiesta di approfondire il caso Gela. Il tavolo è fissato per valutare l’apporto dello smart working, anche nei prossimi mesi. I sindacati nazionali però sembrano intenzionati a chiedere un impegno ufficiale dell’azienda sul futuro degli investimenti nel sito locale. L’hanno concordato già la scorsa settimana i nazionali e i segretari territoriali di Filctem, Femca e Uiltec. Le organizzazioni sindacali del territorio hanno manifestato tutta la loro preoccupazione sul futuro dell’upstream, con in testa la tenuta di Enimed e del progetto “Argo-Cassiopea”. E’ l’investimento più consistente da un punto di vista finanziario, messo nero su bianco sei anni fa, con la stipula del protocollo di intesa per la riconversione green della fabbrica di contrada Piana del Signore. “Non siamo riusciti ad avere un cronoprogramma preciso. Non ci sono date di avvio e di conclusione dei lavori – dicono i segretari Gaetano Catania, Francesco Emiliani e Maurizio Castania – se domani da Eni non dovessero arrivare riscontri sull’avvio di un approfondimento per “Argo-Cassiopea”, allora inizieremo la nostra mobilitazione. Siamo pronti a convocare le assemblee di tutti i lavoratori Enimed dei siti siciliani. Quello di Ragusa è già fermo da tempo sul piano della produzione e temiamo che senza l’investimento, a rischio sia il sistema locale di Enimed, che è già sceso da una produzione di 20 mila barili al mese, di qualche anno fa, ai circa 11.000-11.500 di oggi”. I sindacati locali, già prima dell’incontro romano della scorsa settimana con i nazionali, hanno avuto un confronto informale con il sindaco Lucio Greco. “Tutto il territorio deve mobilitarsi – aggiungono i segretari – bisogna andare oltre le ideologie e difendere l’investimento. In caso contrario, non ci sarebbero soluzioni alternative. Con la conclusione dei lavori del Btu in raffineria, che si prevede entro fine anno, cosa ne sarà dell’indotto? Ormai, la questione riguarda diretto e indotto. Bisogna fare sistema. Le rsu hanno effettuato verifiche in questi mesi e ribadiamo la nostra preoccupazione. Bloccare l’investimento sarebbe un disastro”. Eni conferma la posizione che è sempre stata ribadita, anche negli ultimi mesi. “Eni conferma la volontà di proseguire il progetto “Argo-Cassiopea” sulla base di un nuovo cronoprogramma. Il ritardo nell’ottenimento della proroga Via e la pandemia Covid-19 hanno, infatti, reso necessaria una ripianificazione dei tempi di realizzazione e un’ottimizzazione delle attività del progetto. In tale contesto – si legge in una nota – è stata intrapresa la rinegoziazione dei contratti in essere con revisione delle tempistiche di fornitura ed esecuzione e il rilancio di nuove gare per gli appalti non aggiudicati a partire dai prossimi mesi”.

Se l’upstream preoccupa, c’è invece più ottimismo per gli investimenti in raffineria, dove i lavori proseguono, anche per l’impianto Btu. I sindacati guardano ad un aumento di personale in Eni Rewind. Si attende l’avvio della bonifica della discarica ex Isaf. “Sono lavori per cinquanta milioni di euro – aggiungono – e pensiamo che serva ancora più personale, oltre ai circa cento operatori già impegnati in Eni Rewind”. Sotto verifica è la situazione dei lavoratori impegnati all’estero. Circa cinquanta sono rientrati, in attesa di nuovi contratti. Il settore Scc sulla sicurezza non presenta criticità. I sindacati considerano anche in questo caso necessario integrare con ulteriore personale e concentrare l’intera attività nella struttura interna. In generale, Eni conferma la posizione sull’investimento “Argo-Cassiopea” e le organizzazioni sindacali aspettano una calendarizzazione precisa, che vada oltre la sola fase di ingegnerizzazione, che è stata completata. In caso contrario, si potrebbe andare verso una nuova mobilitazione.

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