Sudelettra apre a cassa integrazione per cessazione, domani incontro al ministero

 
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Gela. Domani, potrebbe essere ratificata una prima conclusione nella vertenza Sudelettra, con circa sessanta operai che da mesi convivono con lo spettro del licenziamento. Al Ministero dello sviluppo economico verrà affrontata la richiesta avanzata dai vertici della società elettrostrumentale, da anni impegnata nell’indotto di raffineria Eni. Con la conclusione dei cantieri della green refinery, i manager lucani non trovano altri spazi lavorativi e di conseguenza hanno scelto di tagliare. Le sigle sindacali di Fiom, Fim e Uilm, però, hanno da subito respinto l’ipotesi licenziamento e messo in campo l’opzione della cassa integrazione. Da settimane, i lavoratori si riuniscono davanti agli ingressi principali di raffineria. Nelle ultime ore, l’azienda ha fatto sapere di essere disponibile alla cassa integrazione per cessazione dell’unità produttiva. Un primo passo verso le istanze sindacali, anche se di certo una soluzione di questo tipo non assicura i posti di lavoro ai dipendenti. Davanti all’ipotesi avanzata dal management di Sudelettra, i segretari provinciali Orazio Gauci, Angelo Sardella e Nicola Calabrese rimangono però fermi nella loro richiesta. Le somme vanno anticipate dall’azienda, altrimenti i lavoratori rischierebbero di rimanere senza alcuna copertura economica per altri mesi.

Probabilmente, domani potrebbe emergere qualche particolare in più su un accordo che comunque sembra chiudere l’esperienza di Sudelettra sul territorio locale. Difficilmente, i cantieri del gruppo riprenderanno nel sito locale. La tensione rimane alta e gli operai attendono indicazioni certe sul loro futuro.

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