Tentata estorsione ad imprenditore, preso mentre intasca la mazzetta

 
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GelaLo hanno fermato pochi minuti dopo aver intascato una tangente di 1500 euro da una impresa metalmeccanica. Nicola Palena aveva usato la solita scusa, quello di chiedere soldi per i aiutare i detenuti.

Il giovane pregiudicato non sapeva che gli agenti del commissariato e della squadra mobile lo attendevano al varco. Sapevano tutto e aspettavano la sua mossa per arrestarlo.

 

Il trentenne, ritenuto affiliato alla Stidda, si era reso protagonista di altri reati.   

 

L’indagine è stata immediata. Il 7 dicembre una volante del commissariato aveva notato in via Venezia Nicola Palena parlare animatamente con un imprenditore metalmeccanico. A quel punto la polizia decideva di avviare una indagine, seguendo Palena. Il 19 dicembre il giovane si è regolarmente presentato presso il cantiere dell’imprenditore, uscendo pochi minuti dopo.

 

Le indagini, anche tecniche, coordinate dalla Dd di Caltanissetta (sostituto procuratore Edoardo De Santis), hanno consentito di registrare alcune interessanti conversazioni in cui l’imprenditore, in compagnia di altri due soggetti faceva chiaramente intendere di essere vittima di un tentativo di estorsione da parte di un esponente appartenente alla consorteria mafiosa della Stidda, che pretendeva 2000 euro.

 

L’imprenditore, sempre nel corso delle conversazioni ambientali, è apparso disponibile a consegnare 1500 euro. Inoltre, durante le conversazioni, l’imprenditore descriveva ai suoi interlocutori la persona che gli aveva chiesto il denaro a titolo estorsivo indicandolo, fisicamente, come un ragazzo di statura alta, con capelli corti che qualche giorno prima si era recato proprio all’interno dei suoi uffici.

 

Era la conferma di un tentativo di estorsione. A quel punto la polizia attuava il suo piano per interrompere il piano di Palena e arrestare l’autore del reato. Intorno a mezzogiorno, davanti gli uffici dell’imprenditore arrivava una Mercedes di colore nero dalla quale usciva  Nicola Palena. Entrava all’interno degli uffici della impresa metalmeccanica, dove all’interno si trovava l’imprenditore. Dopo tre minuti Palena usciva dagli uffici ma trovava ad attenderlo i poliziotti. Addosso aveva le 1500 euro che la vittima gli aveva appena consegnato a titolo estorsivo.

 

Lo stesso imprenditore in commissariato ha poi confermato che era stato Palena a presentarsi nel suo ufficio, ricostruendo tutta la vicenda.

 

Ha ammesso di aver subito una richiesta di denaro a titolo estorsivo (2-3 mila euro) da destinare alle famiglie dei detenuti. “Devi fare in fretta, perché i   familiari dei detenuti avevano il colloquio il martedì ed il venerdì”, avrebbe detto Palena, che nella circostanza riferiva che stava andando a farsi dare altro denaro da “un altro amico” sempre per conto della famiglia mafiosa della Stidda. 



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