Tentato omicidio a Zai, giovane in aula: “Canotto mi guardò e sparò anche contro di me”

 
0
Immagine di repertorio

Gela. Diversi colpi di arma da fuoco, con due cani raggiunti dai proiettili e un altro che mancò solo di pochi centimetri una giovane che era nell’abitazione di contrada Zai contro la quale sparò il ventenne Kevin Canotto. Il giovane è accusato di tentato omicidio, del porto dell’arma ma anche del ferimento dei cani. Questa mattina, davanti al collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore (a latere Martina Scuderoni ed Eva Nicastro), sono state sentite due ragazze. Una, è l’ex fidanzata dell’imputato; l’altra, invece, la cugina. L’ex di Canotto ha descritto un rapporto sentimentale sorto sotto buoni auspici ma che con il tempo si trasformò in una forma di controllo continuo. “Non ero libera di andare da nessuna parte o di indossare quello che volevo”, ha detto. Visibilmente toccata, la giovane ha ripercorso il periodo successivo alla rottura. “Mi seguiva, stava continuamente nei pressi di casa mia, mi contattava sui social con profili falsi. Ogni volta che faceva azioni ai miei danni, sistematicamente cercava di scusarsi – ha proseguito – ancora oggi, sono condizionata da quello che è accaduto. Mi aveva fatto il lavaggio del cervello”. Canotto, stando al racconto della testimone reso al pm Gaetano Scuderi, parlava spesso di una pistola “ma non l’ho mai visto armato”, ha precisato. Ha anche riferito di un proiettile che l’imputato lasciò sull’auto della sua famiglia e dell’aggressione ai danni del padre, che venne colpito con un oggetto contundente in via Venezia. Ha confermato gli spari nei pressi delle abitazioni dove vivono lei, i familiari e altri parenti. Uno scenario fatto soprattutto di violenza ribadito dall’altra giovane chiamata a testimoniare. Sulla base delle domande poste dal pm, è ritornata alla sera degli spari. “Prima sentimmo dei colpi, forse in aria – ha spiegato – eravamo nella veranda. Mio padre mi disse di entrare perché erano spari”. In pochi minuti, l’azione divenne ancora più cruenta perché Canotto, subito riconosciuto, iniziò a fare fuoco contro i due cani corso che erano nell’abitazione. “Io uscii – ha continuato la cugina dell’ex fidanzata – e vidi i cani che sanguinavano. Lui mi notò, mi guardò negli occhi e sparò. Non mi colpì veramente per pochi centimetri. Non mi sarei mai aspettata che potesse spararmi contro. Ancora oggi, a casa, c’è il foro del proiettile”. Durante l’esame testimoniale, non è stato escluso che l’imputato volesse sparare ancora ma pare che l’arma si sia inceppata. Secondo i pm della procura, tutto questo si sarebbe verificato nel tentativo di riconquistare l’ex fidanzata e vendicarsi dei continui rifiuti. La difesa del ventenne, sostenuta dall’avvocato Davide Limoncello, ha posto domande per delineare particolari della vicenda. Per la difesa, infatti, prima dell’azione di fuoco potrebbe esserci stata un’aggressione ai danni dello stesso Canotto che si recò al pronto soccorso.

Le testimoni hanno escluso un’eventualità di questo tipo così come il fatto che potesse essere stato osteggiato perché fratello di un collaboratore di giustizia. “Non è vero – ha detto l’ex fidanzata – anzi, per me era una buona cosa che il fratello avesse deciso di collaborare con la giustizia”. Nel procedimento, sono parti civili proprio l’ex e i familiari, rappresentati dall’avvocato Giuseppe Cascino. Sono stati ammessi inoltre il Partito animalista italiano e l’Associazione nazionale per la tutela degli animali, con gli avvocati Roberta Pagano, Giovanna Li Causi e Giusy Cauchi. Canotto è attualmente detenuto.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here