Testimone chiave ”irrintracciabile”, slitta a gennaio la sentenza per Rugolo

 
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Enna. Per la sentenza sul processo a carico del sacerdote Giuseppe Rugolo, alla sbarra al Tribunale di Enna per violenza sessuale aggravata a danno di minori, bisognerà attendere il 2024.

L’atto finale del procedimento giudiziario, previsto inizialmente per il 7 novembre prossimo, slitta invece al 10 gennaio 2024.

Ieri intanto è andata in scena un’altra udienza dedicata alla difesa. In aula, però, non si è presentato uno dei testimoni chiave voluto dai legali del sacerdote, l’ex rettore del seminario, Vincenzo Cultraro, oggi parroco della Chiesa Madre di Gela.

Secondo gli avvocati dell’imputato il sacerdote gelese sarebbe stato irrintracciabile, anche se lo stesso Cultraro, quotidianamente presente in Chiesa Madre, 24 ore prima dell’udienza in cui avrebbe dovuto testimoniare, era stato agevolmente rintracciato dall’emittente televisiva locale Rete Chiara, a cui aveva rilasciato un’intervista andata in onda all’interno del Tg.

Lo scorso 26 settembre erano già stati ascoltati due collaboratori laici della parrocchia del Duomo di Enna, un giovane sacerdote di Gela e la mamma dell’imputato. Una lunga parte dell’udienza era stata dedicata anche all’ascolto del tenente colonnello Corrado Ballarini, psichiatra di Bologna, perito di parte per la difesa che ha sostituito, a sorpresa, il precedente consulente di parte, Michele Pavanati che, secondo i legali di Rugolo non sarebbe venuto in aula a riferire perché intimorito dalla polizia.

Momenti di tensione che si sono ripetuti in aula anche ieri quando l’avvocato dell’imputato ha ancora una volta contestato l’operato della Procura di Enna, alludendo, di nuovo, a comportamenti della Polizia volti a favorire la vittima solo perché figlio di un poliziotto oggi in pensione.

Il difensore di Antonio Messina, il giovane che ha denunciato Rugolo, ha dovuto segnalare gli atti diretti, subiti nel corso del processo ed ha posto in visione al Tribunale anche le dichiarazioni di un giovane, raccolte in sede di indagini difensive e poi segnalate alla Squadra Mobile di Caltanissetta, che hanno portato alla richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Gela di un catechista della chiesa madre di Gela per reati a sfondo sessuale, segnalati al parroco Cultraro ed al vescovo Rosario Gisana, che non avrebbero adottato alcun provvedimento.

Prossima udienza il 7 novembre per la requisitoria del pm Stefania Leonte e le parti civili mentre il 13 dicembre sarà la volta dei difensori dell’imputato e dei responsabili civili.

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