“Troppe carenze”, il Comune deferito alla procura della Corte dei Conti: flop sui controlli interni

 
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Gela. “Sono emerse una serie di criticità e carenze”. I magistrati della sezione di controllo della Corte dei Conti non usano giri di parole e hanno accolto la richiesta di deferimento del Comune alla procura contabile. Il sistema di controlli interni al municipio fa acqua da tutte le parti. E’ quello che emerge dalla valutazione del referto per l’anno 2016. Un report che il sindaco Domenico Messinese e i funzionari dell’ente hanno inoltrato ai magistrati contabili nel maggio del 2017. Le verifiche hanno consentito di delineare un quadro preoccupante. “Rilevanti carenze del controllo di gestione, nonché la mancata attivazione del controllo strategico all’interno dell’ente, del controllo strategico sugli organismi partecipati – si legge nel provvedimento emesso dalla sezione di controllo – e del controllo di qualità dei servizi erogati, in reiterata violazione di quanto previsto dagli artt. 147, comma 2, 147-ter e 147-quater del Tuel”. Troppi ritardi nella predisposizione degli organismi previsti dalla normativa e il rischio di enormi falle amministrative e finanziarie. I magistrati palermitani non hanno accolto le controdeduzioni, esposte dall’ex assessore al bilancio Fabrizio Morello, dal segretario generale Salvatore Pignatello e dal dirigente Alberto Depetro. “In relazione ai singoli profili il Comune, nella memoria prodotta, non ha fornito sostanziali elementi di chiarimento, che avrebbero potuto contribuire a superare le osservazioni sopra formulate sulla assenza di un sistema di controlli interni, che vengono anzi confermate, fatta parziale eccezione per il controllo di regolarità amministrativo-contabile – si legge ancora – con riferimento al controllo di gestione, la rilevata assenza di un sistema di contabilità economica e l’assenza di un piano dei conti integrato non rende praticabile l’indispensabile rilevazione di costi e ricavi dell’azione amministrativa”.

Le nomine in municipio e i controlli che mancano. Tra dicembre dello scorso anno e i primi mesi del 2018, il sindaco Domenico Messinese ha sfornato una serie di nomine negli organismi di controllo, che per i magistrati della Corte dei Conti sono comunque tardive. Al momento, nonostante le polemiche legate ad un possibile danno erariale e all’illegittimità di quelle stesse nomine, in municipio sono attivi l’Organismo indipendente di valutazione (con un posto ancora vacante), il nucleo di controllo gestione (dal quale si è appena dimessa Loredana Lauretta) e il nucleo per il piano strategico. Sulla carta, nove professionisti incaricarti di effettuare controlli interni sulle attività dell’ente e dei vari settori del municipio. Il giudizio della sezione di controllo della Corte dei Conti, però, è assolutamente negativo. “Il controllo di gestione deve infatti essere svolto in relazione ai singoli servizi e centri di costo e deve verificare i mezzi finanziari acquisiti, i costi dei singoli fattori produttivi, i risultati qualitativi e quantitativi ottenuti e, per i servizi a carattere produttivo, i ricavi – continuano i magistrati – la mancata attivazione di un sistema di contabilità economica, che supporti l’affidabilità del controllo di gestione, fornendo puntuali informazioni circa l’efficienza gestionale in termini di adeguato consumo di risorse, rischia di ridurre tale attività a mero adempimento formale, vanificandone le finalità e frustrando il processo di programmazione e controllo dell’ente”. Una bocciatura totale, resa ancora più netta, secondo i magistrati palermitani, dall’assenza di controlli sugli “organismi partecipati”. “Comporta l’obbligo di effettuare monitoraggi periodici sull’andamento dei propri organismi partecipati – concludono – per la verifica di eventuali scostamenti rispetto agli obiettivi assegnati, oltre che per evitare squilibri economico-finanziari rilevanti per il bilancio comunale, fornendo quindi uno strumento fondamentale di controllo direzionale, di cui il Comune risulta da sempre sprovvisto”. Per i giudici della Corte dei Conti regionale, non ci sono altre soluzioni diverse dal deferimento alla procura, così come già chiesto dal magistrato istruttore. “Tali accertamenti vanno segnalati alla competente procura regionale di questa Corte ai fini dell’eventuale applicazione della sanzione prevista dall’art. 148, comma 4, del TUEL”. L’ennesima grana per l’amministrazione del sindaco Domenico Messinese, che dal palco di piazza Umberto I, ai tempi della campagna elettorale (quando era ancora grillino), aveva promesso un municipio “trasparente”.

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