“Troppe precettazioni furbe”: sindacati e operai portano la protesta in strada

 
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Gela. Saranno giorni di mobilitazione ancora più intesa sul fronte della vertenza avviata dai lavoratori dell’indotto e del diretto della fabbrica Eni di contrada Piana del Signore. La tensione è alimentata

dalle precettazioni, decise dal prefetto di Caltanissetta Carmine Valente, che in sostanza, stando ai sindacalisti di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, stanno garantendo un ordinario regime in fabbrica nonostante la protesta.
“Il sindacato dei lavoratori – scrivono i segretari generali Ignazio Giudice, Emanuele Gallo ed Enzo Mudaro – contesta scelte furbe che, esattamente come le bugie, hanno le gambe corte. Il sindacato confederale, unitariamente alle categorie presenti nella vertenza, sono per mantenere il depuratore attivo per il servizio pubblicato erogato alla città. Il resto degli impianti va solo presidiato per mantenere la sicurezza dei lavoratori ed evitare effetti negativi per la cittadinanza”.
Lavoratori e sindacati, infatti, contestano l’uso dei provvedimenti di precettazione, circa duecento già notificati tra l’area della raffineria e quella di Enimed, destinati ad assicurare l’attività produttiva nonostante la protesta.
“Per tale ragione – aggiungono – il sindacato ha già informato la prefettura e chiede una convocazione urgente delle parti che responsabilmente non deve consentire a nessuno di remare contro una vertenza delicata, complessa, lunga e articolata. I furbi vanno esclusi”. Così, i lavoratori, appoggiati dal sindacato, manifesteranno in corteo lunedì mattina, partendo da contrada Bitalemi per raggiungere la prima rotonda stradale sulla 117 bis per Catania. Martedì, invece, è previsto un presidio lungo la strada dei Due Castelli e sulla rotonda che apre verso il quartiere Settefarine. Lunedì 28 luglio, la triade sindacale ha già indetto uno sciopero generale dell’intero comprensorio. Martedì 29 luglio, invece, la mobilitazione si sposta a Roma per il blocco generale di tutti i siti Eni italiani.
La tensione aumenta e gli ingressi in fabbrica legati alle precettazioni stanno creando non pochi sospetti. Un gruppo di lavoratori di raffineria ha collocato una ghirlanda funebre davanti al presidio organizzato nei pressi del fiume Gela. “Commemoriamo – spiegano – la morte dell’investimento da settecento milioni di euro per il sito locale previsto nell’accordo firmato esattamente il 19 luglio di un anno fa”.

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