Una lunga lista di disagi e 3.500 firme, ecco gli argomenti di Messinese per salvare la Sanità

 
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Gela. Il sindaco Domenico Messinese alle 10,30 in punto è approdato a Palermo, assessorato regionale sesta commissione Sanità.

Ha in tasca una petizione volontaria supportata da circa 4.000 firme apposte spontaneamente da gelesi stanchi dei continui tagli alla sanità locale e una lista di disagi che consentono di azzardare un paragone solo con i servizi ospedalieri resi dai Paesi più svantaggiati.

Come la carenza di autisti e di ambulanze sfociata, nella sola giornata di ieri, in un parto sulla statale Gela-Niscemi ma dentro un’ambulanza, il cui confort sanitario è anni luce distante rispetto ad una sala parto.

Nel pomeriggio era toccato ad uno scooterista testare le criticità del servizio di soccorso offerto in città, rimanendo quasi un’ora disteso sull’asfalto in attesa che l’unica ambulanza disponibile arrivasse da Butera: quella locale era impegnata in altri servizi.

Il sindaco Messinese, appena multato dall’Asp, diretta dal manager Carmelo Iacono, per non avere osservato alcune prescrizioni sulla sicurezza negli uffici del Comune, si dice pronto a presentare le nefandezze in campo sanitario consumate nel bacino che fa capo al territorio di Gela e che conta 250mila utenti.

Oggi, il pubblico deve fare i conti con il declassamento dei reparti, ridotti ai minimi termini, una sala operatoria costretta solo alle emergenze per carenza di anestesisti, la radioterapia in stato di semi-abbandono, strutture del distretto sanitario non adeguate ad accogliere i disabili in carrozzina, unità operative con macchinari guasti, tempi di attesa improponibili per rispondere alle emergenze. Altro che prevenzione, come consigliato dai ricercatori dell’Organizzazione mondiale sanità (Oms) che a Gela hanno condotto lo studio Sebiomag prendendo 200 campioni, 30 dei quali ancora oggetto di mirati esami.

“Un paziente con in tasca una prescrizione medica per sottoporsi ad una colonscopia entro 70 ore – spiega il sindaco Messinese – è stato prenotato a maggio 2018. Se questi sono i tempi della sanità gelese, comprendo il perché l’Asp cl2 continua a pagare milioni di euro per una crescente migrazione sanitaria. Quei soldi devono essere impiegati per garantire una sanità adeguata alle esigenze di questo territorio. Basta trasferimenti o privilegi di alcuni ospedali del nord della provincia”. 

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