Vive e respira grazie ad un macchinario: “Datemi un alloggio a pianoterra”

 
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Gela. Barricato a casa, respira artificialmente grazie ad un macchinario. Sua moglie ha difficoltà motorie.

Eppure non riesce ad ottenere un alloggio al pianoterra. L’ex muratore Salvatore Iudici di 72 anni, dal 25 marzo 2010 vive in via Giulio Siragusa 13, al primo piano di uno stabile dell’ufficio case popolari. Un appartamento privo di riscaldamenti e porte dove lo scorso anno sono crollati calcinacci dalla cucina a causa dell’umidità del soffitto. “Per poco mia moglie non rimase ferita – accusa Iudici – Il crollo si registrò in cucina. Molti calcinacci staccatisi dal soffitto colpirono il pavimento e il bruciatore. Si rivelò indispensabile l’intervento dei vigili del fuoco, dei tecnici del comune e degli assistenti sociali. Da allora hanno effettuato solo un intervento di manutenzione ordinaria. L’emergenza è stata solo tamponata. Chiedo solo di potere lasciare questo alloggio per uno al pianoterra di proprietà dell’istituto autonomo case popolari. Non è un capriccio. A causa dei miei pollmoni sono costretto ad uscire da casa una volta al mese ”.

Il responsabile dell’ufficio Casa, Umberto Ragona, rispondendo ad una missiva di sostituzione alloggio inviata dal legale di fiducia, Lucio Greco, ha precisato che “il cambio consensuale si può effettuare solo con istanze motivate”. Le richieste di sostituzione dell’alloggio, in verità, sono state almeno tre. Una prima datata 30 aprile 2012 alla quale ha fatto seguito quella del 23 marzo 2013 inoltrata dalla settantenne Fortunata Marino, e motivata con una certificazione medica dalle difficoltà motorie conseguenza dell’incidente stradale.

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