“Volevano che mi prostituissi”, una donna accusa in aula i due giovani imputati

 
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Gela. “Prima, mi hanno fatta arrivare a Gela dicendomi che avrei trovato lavoro come badante; poi, mi imposero di prostituirmi per fare facilmente soldi”. Una delle presunte vittime dei giovani Andrei Stirbu e Gheorghe Adam, finiti sotto processo davanti al collegio presieduto dal giudice Paolo Fiore, ha accusato in aula i suoi aguzzini.

I due imputati, difesi dagli avvocati Rocco La Placa e Carlo Morselli, sono accusati di lesioni e di aver imposto con la forza il pagamento di somme di denaro non solo alla donna che ha testimoniato in aula ma anche al suo compagno. Le accuse mosse dai magistrati della procura risalgono al giugno di un anno fa e sarebbero da collegare a vicende sorte nella vasta comunità romena, da anni presente in città.
Nel corso dell’ultima udienza tenutasi davanti al collegio composto dal presidente Fiore e dai magistrati Manuela Matta e Patrizia Castellano, è stato sentito un carabiniere intervenuto all’interno di un’abitazione del quartiere San Giacomo, dove si sarebbe verificata una delle aggressioni finite al centro dell’indagine. Il militare ha confermato la presenza sia di Stirbu che di Adam. La difesa, invece, esclude che le contestazioni possano essere mosse ad entrambi, mettendo in dubbio le parole pronunciate in aula dalle presunte vittime.

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