Lauria forniva la cocaina nella bisca di via Citelli, fermato già un anno fa: giovedì interrogatori

 
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Gli arrestati si presenteranno dal gip giovedì

Gela. Il quarantacinquenne Vincenzo Lauria non era solo l’uomo delle fiches, con le quali sul tavolo da gioco della bisca di via Citelli avrebbe dato segnali ai complici, dopo aver verificato quello che arrivava dal sistema “Pina”. Al disoccupato, che secondo gli investigatori si sarebbe guadagnato da vivere organizzando partite di poker e texas hold’em anche in altre province, i carabinieri, che hanno messo a segno il blitz “Showdown”, un anno fa sequestrarono circa nove grammi di cocaina. La droga, durante un controllo effettuato lungo la Gela-Catania, gli venne trovata in una delle tasche dei pantaloni che indossava. Lauria era a bordo della sua Volkswagen e subito sostenne che era per uso personale. Venne sottoposto agli arresti domiciliari, che poi gli furono revocati dai giudici del riesame. In base a quanto emerso dall’indagine, però, la cocaina normalmente era destinata ai clienti della bisca. Molti, come hanno spiegato i carabinieri e il pm Mario Calabrese, sarebbero stati affetti da forme di ludopatia, così marcate da spingerli fino a giocarsi la casa. Perdevano sistematicamente, ma attribuivano l’amara sorte solo alla maggiore capacità degli avversari, che invece riuscivano a controllare tutte le mani, barando. C’è chi ha lasciato sul tavolo della bisca fino a duecentomila euro. Il titolare di un ristorante della città arrivò ad accettare pagamenti in fiches, quando gli indagati sceglievano di cenare nel suo locale, prima di sedersi al tavolo verde di via Citelli.

La cocaina era una delle tante proposte della “casa”, che ovviamente andava pagata, insieme ad un commissione per giocare. Un giro di soldi sempre più consistente, che spingeva gli organizzatori a fare credito. I giocatori più facoltosi potevano accedere alle partite di texas hold’em, giocando a credito, qualora si trovassero in difficoltà economica. Gli interrogatori di Lauria e degli altri arrestati, Calogero Lo Porto e Rosario Romano, si terranno giovedì, davanti al gip del tribunale.

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