Acqua, Forum ai sindaci: “Ati non prende decisioni, si ritorni a gestione pubblica”

 
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Gela. A dieci anni dall’esito referendario che ha sancito la gestione pubblica del servizio idrico, in città e sul territorio i disservizi della società privata che porta avanti le attività preoccupano cittadini e comitati. Il Forum per l’acqua pubblica torna a chiedere che si possa passare ad una gestione pubblica. Gli esponenti del Forum chiamano ad una presa di posizione netta, soprattutto i sindaci del territorio. Di recente, il Forum ha avuto un confronto con il nuovo assessore regionale all’energia Daniela Baglieri. Sono tanti i ritardi ma anche le disposizioni che non sono state ancora osservate. “L’Assemblea territoriale idrica, ad oggi, non ha ancora assunto decisioni importanti. I contratti con i gestori privati vanno sciolti – dicono dal Forum – bisogna ritornare ad una gestione pubblica, anche per il territorio della provincia di Caltanissetta. Non si può consentire ad aziende private di gestire i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Non è più possibile che una società estera, che possiede il 75 per cento di Siciliacque, continui a fare profitti su un bene primario come l’acqua. Per il territorio della provincia di Caltanissetta e per Gela ci sono gravi inadempienze che possono giustificare lo scioglimento del contratto, come già stabilito due anni fa dalla commissione tecnica. Siamo commissariati dal 2013 con gli ultimi aumenti tariffari dal 2021 al 2023, mentre l’Ati insediatesi il 5 dicembre 2019 ancora non ha fatto alcun provvedimento significativo. Da aggiungere che le tariffe sono state approvate dai commissari protempore anche nel periodo dal 2010 al 2013. Da evidenziare anche che le tariffe nel periodo dal 2008 al 2018 sono state aumentate prendendo a base quella dell’anno precedente e quindi illegittima in quanto doveva prendere a base i costi di gestione. La tariffa fissa a contatore è lievitata da 60 euro nel 2008 a 97,49 euro nel 2018, solo su disposizioni dell’Arera è stata rettificata a 55,08 euro. La tariffa fissa non poteva superare il 20 per cento del totale, questo in seguito ad 11.000 domande presentate dagli utenti per il caro canone. Il gestore non ha osservato la delibera dell’Arera 664/2015 che prevedeva la tariffa agevolata, quella normale e le tre tariffe di eccedenza, per le quali è stato fatto il ricorso nel 2016 da parte della Cisl. La carta dei servizi venne aggiornata per la prima volta nel 2016 su richiesta dell’Arera e senza la presenza delle associazioni”.

I costi vengono considerati ormai fuori controllo e il Forum chiede il rispetto di quanto stabilito da recenti decisioni del Tar. “Con l’assessore Baglieri abbiamo parlato anche dei ricorsi al Tar di Palermo da parte dell’Amap e di quello dell’Ati di Agrigento, che hanno sancito che l’acqua non può essere venduta oltre un prezzo massimo di 0,30 euro e un minimo di 0,07 euro. In merito – dicono i rappresentanti del Forum – anche l’Arera ha inviato una lettera per far rispettare la decisone del Tar. Un’altra sentenza del Tar su richiesta dell’Amap di Palermo sul prezzo all’ingrosso dell’acqua ha stabilito che la Regione è incompetente a stabilire il prezzo che aveva deciso per il periodo dal 2016 al 2019”. Il Forum si rivolge ai sindaci. “Chiediamo risposte ai sindaci – concludono – più volte abbiamo inviato le risultanze della commissione tecnica che fanno emergere le gravi inadempienze del gestore Caltaqua”.

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