Abusivismo edilizio, urbanistica in affanno: Cascino, “condono ipotesi da valutare”

 
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Gela. Tra i settori comunali da tempo in pieno affanno c’è sicuramente l’urbanistica. Anche di recente, ci sono state richieste di utenti e professionisti per cecare di avere riscontri in tempi celeri. Il poco personale a disposizione non si sposa di certo con la rapidità. Le procedure di sanatoria edilizia vanno ancor più a rilento. I professionisti esterni che se ne occupavano hanno proseguito fino a quando ha avuto efficacia l’incarico autorizzato dall’amministrazione comunale. L’emergenza dei conti che stritola Palazzo di Città non permette di prevedere ulteriori risorse. Sarebbero almeno cinquemila le pratiche che necessitano di arrivare ad una conclusione. Attualmente, manca un assessore. Dopo le dimissioni dell’architetto Paolo Marchisciana, l’interim l’ha preso il sindaco Lucio Greco, che da mesi insieme al resto della giunta sta cercando di uscire dalle sabbie mobili dell’emergenza finanziaria. Quello dell’abusivismo edilizio è un punto che ogni amministrazione ha cercato di affrontare. I numeri sono consistenti e lo scorso anno, in consiglio comunale, passò il regolamento per la gestione degli immobili non in regola. Le disposizioni vanno incontro a chi vive nelle strutture irregolari, affrontando anzitutto l’esigenza di evitare la demolizione. Nel tempo, Palazzo di Città ha acquisito parecchi immobili anche se sulla destinazione non c’è mai stata una linea univoca. Con l’ente che si trova a sostenere la stretta finanziaria, il consigliere comunale Vincenzo Cascino non nasconde che ci sarebbe bisogno di un’iniziativa istituzionale, da concordare con la Regione. “Ci vorrebbe una richiesta per una norma ad hoc sul condono edilizio per la città – dice – la percentuale di immobili non in regola è elevata, tra le più alte in Sicilia. La questione andrebbe affrontata in maniera complessiva. Ci sono tanti immobili già acquisiti dal Comune, che li ha anche trascritti, ma al cui interno continuano a vivere le famiglie. Allora, perché non pensare ad una norma che consenta di procedere con un iter per il condono di quegli immobili usati come prima abitazione Chiaramente, mi riferisco all’abusivismo di necessità. A tutte quelle abitazioni che sorsero e che sono diventate le uniche residenze di tante famiglie. Penso che gli incassi per il Comune diverrebbero veramente consistenti. Secondo una stima, l’ente potrebbe ottenere oltre cento milioni di euro. Una massa rilevante e che inciderebbe sui bilanci comunali”. Nessun condono generalizzato ma solo una via d’uscita per chi nelle abitazioni non in regola ci ha sempre vissuto e continua a farlo.

“Si regolarizzerebbero tante situazioni – dice ancora Cascino – in passato, pure in altre Regioni, ci sono stati esempi di condoni avviati per aree particolarmente interessate dalla presenza di costruzioni non in regola. Non si può pensare di rinviare all’infinito una questione che tocca il territorio locale. Chi ha costruito in assenza di autorizzazioni ha sicuramente sbagliato ma non si può pensare di andare avanti come se nulla fosse. Una procedura di condono darebbe maggiori certezze a chi vive negli immobili e all’ente comunale, in quest’ultimo caso soprattutto a livello di incassi”.

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