Alario, “sanità arretra, mancano investimenti e infrastrutture non all’altezza”

 
0
Alario e i vertici Ugl

Gela. Le emergenze nel territorio sono ormai una costante, sociale ed economica. Una sintesi l’hanno fatta i sindacalisti dell’Ugl, che oggi in città hanno tenuto il congresso dell’unione territoriale. Il segretario Andrea Alario, in presenza dei vertici regionali del sindacato, ha tracciato una sintesi ancora preoccupante. E’ stato riconfermato nella carica. Mancano gli investimenti e i servizi sono in forte deficit. L’allarme è partito anche per la sanità. “Nel nostro territorio stiamo assistendo alla progressiva destrutturazione dell’ospedale di Gela e di altre strutture ospedaliere minori della provincia a favore di quelle del capoluogo nisseno”, ha detto Alario. La città continua inoltre a perdere colpi, senza vere infrastrutture a sostegno dei comparti produttivi. L’agricoltura è una delle “vittime sacrificali” del mancato sviluppo. “Per quanto riguarda l’agricoltura la complessità dello scenario mondiale ha messo ancor più in ginocchio un settore già in crisi atavica. La tenuta economica e sociale di numerose imprese e cooperative della provincia rischia di crollare sotto il peso di costi esorbitanti delle materie prime e delle risorse energetiche, del caro carburanti, dei prezzi in aumento di fertilizzanti e mangimi e dei rincari e della carenza delle risorse idriche, soprattutto in questo 2023 segnato dal cambiamento climatico. Il settore agricolo è anche costretto a fare i conti con una rete di trasporti inefficiente e deficitaria – ha detto Alario – ad esempio i prodotti Doc della nostra provincia e anche i prodotti molto famosi come il carciofo di Niscemi fanno fatica ad arrivare nei mercati del nord in tempo, con l’aggravio di maggiori costi di trasporto. A danneggiare ulteriormente il comparto è la cattiva gestione del sistema idrico con la sua scarsa manutenzione. La crisi economica unita alla carenza di risorse idriche richiede un radicale cambio di passo da parte della politica a sostegno delle imprese in difficoltà”. La politica, quindi, deve farsi sentire, anche se negli anni veri sussulti non ce ne sono stati. La rete dei trasporti non si libera dal peso dell’arretratezza. “Sul versante dei trasporti e della mobilità la provincia di Caltanissetta vanta una arretratezza strutturale, in particolare il territorio gelese è gravato da infrastrutture viarie quasi totalmente assenti, il trasporto su gomma è affidato principalmente alla vetusta statale Gela-Catania, senza dimenticare il progetto dell’autostrada Siracusa-Gela risalente agli anni ’70 del quale si attende ormai da quasi 50 anni il suo completamento. Anche la rete ferroviaria è fatiscente se non del tutto inesistente – ha continuato il segretario – a questo proposito emblematico è il caso Gela dove sono operativi solo pochi mezzi che la collegano con le province vicine, infatti bisogna ricordare che l’arteria ferroviaria di collegamento con Catania è interrotta da circa dieci anni a causa del dissesto idrogeologico”.

L’emblema costante è il porto rifugio. “Potenzialmente per la posizione geografica che ha potrebbe recitare un ruolo di primo piano essendo uno snodo fondamentale, invece langue a tal punto che le barche non possono nemmeno approdarvi in quanto se ne aspetta ancora il dragaggio”, ha voluto sottolineare. Si pensa all’alternativa turistica che però è ancora tutta da costruire. “Bisogna valutare e considerare sviluppi alternativi all’industria del territorio, che ha subito molti ridimensionamenti negli organici a causa del cambiamento radicale del core business tutto teso verso la green economy alla quale è stato pagato un tributo non indifferente dal punto di vista occupazionale ed economico. Il turismo ha ricevuto una spinta notevole con la creazione del museo del mare, che ha avuto una grande risonanza in quanto pubblicizzato nei canali nazionali, sorto per sfruttare le compensazioni di Eni ma purtroppo cattedrale nel deserto in quanto anche in questo campo si registrano preoccupanti carenze dal punto di vista delle strutture. Alberghi e ristoranti mancano del tutto o sono inadeguati. Sono fondamentali invece per lo sviluppo di un turismo di primo livello. Bisogna investire sulle strutture recettizie del territorio, sui lidi balneari, sul nostro lungomare abbandonato, con la certezza che il ruolo dell’industria petrolchimica ha perso il suo carattere trainante e che senza valide alternative si rischia di portare l’intera provincia al collasso”, ha concluso Alario. Valutazioni che i delegati presenti hanno condiviso, al pari dei vertici. C’erano Vincenzo Abbrescia (segretario confederale), Giuseppe Messina (segretario Ugl Sicilia), il segretario confederale Giovanni Condorelli, il vicesegretario generale Luigi Ulgiati e il segretario generale Francesco Paolo Capone.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here