“Allevatore vicino a Cosa nostra”, sequestro beni Trubia: sentiti consulenti

 
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I poliziotti nelle proprietà di Trubia

Gela. Ad inizio marzo, dovrebbe arrivare la decisione dei giudici del tribunale delle misure di prevenzione di Caltanissetta. Dovranno valutare l’intera situazione del patrimonio sequestrato all’allevatore Maurizio Trubia, considerato un esponente di Cosa nostra locale. I beni vennero posti sotto chiave e affidati ad un amministratore giudiziario, per un valore complessivo stimato in circa 500 mila euro. La difesa di Trubia, sostenuta dall’avvocato Nicoletta Cauchi, si è opposta ed è partito un lungo procedimento, fatto di numeri e consulenze. Questa mattina, due esperti, nominati dai giudici della prevenzione, sono ritornati sulle cifre del patrimonio finito sotto sequestro. Per l’accusa, i beni che erano nella disponibilità di Trubia avrebbero avuto un collegamento diretto con proventi illeciti e con la sua appartenenza a Cosa nostra. I consulenti hanno individuato una certa sproporzione tra l’attività svolta dall’allevatore e il valore dei beni. Però, hanno anche sottolineato, passando in rassegna un periodo di diciotto anni, a partire dal 2000, che non è stato possibile reperire documentazione che potesse dare indicazioni precise su un’attività, spesso svolta in nero o comunque senza una tracciabilità fiscale e commerciale. Per la difesa, i beni sequestrati vanno restituiti all’allevatore, perché riferibili solo alla sua attività lavorativa. E’ già stata prodotta una consulenza di parte. Il sequestro che venne eseguito dai poliziotti toccò, tra gli altri beni, un intero gregge e l’azienda di Trubia.

Lo scorso anno, in primo grado, fu assolto da accuse di estorsione per conto dei clan, maturate nell’inchiesta “Redivivi 2”. Una decisione che i pm hanno però impugnato in appello. Trubia è attualmente a processo per fatti che riguardano l’attività nelle aree rurali, principalmente gli vengono mosse accuse per l’occupazione abusiva di terreni. In passato fu considerato nuovo reggente di Cosa nostra locale. Per la difesa, l’allevatore ha ormai preso le distanze dal passato, concentrandosi sulla sua attività lavorativa.

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