Ampliamento a Timpazzo, l’appalto dei veleni: dure accuse da un’azienda veneta

 
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Gela. L’appalto milionario bandito dalla regione per l’ampliamento della discarica di Timpazzo finisce al centro di tanti dubbi

soprattutto alla luce di una missiva, con mittente il gruppo veneto Cesaro Mac Group, che, già una decina di giorni prima dell’affidamento definitivo della gara, indicava i vincitori.

L’appalto assegnato all’ati indicata nella lettera. In effetti, l’appalto è stato aggiudicato all’ati composta dal Consorzio Cooperative Costruzioni di Bologna e dall’etnea Consorzio stabile Agorà, la stessa associazione temporanea indicata nella lettera recapitata anche al presidente della regione Rosario Crocetta. Mentre la discarica di Timpazzo continua a rimanere chiusa in attesa di nuove indicazioni da Palermo, le accuse, decisamente poco velate, dei manager veneti si rivolgono in direzione del gruppo gelese Mondello che, stando alla missiva, sarebbe dietro all’ati vincitrice.

Le accuse contro l’azienda gelese. Secondo i rappresentanti della Cesaro, l’imprenditore Emanuele Mondello sarebbe il vero referente del consorzio Agorà di Acireale, pronto ad acquisire gli eventuali subappalti. Nella lettera, si richiamano passate segnalazioni giunte dalla Direzione investigativa antimafia proprio rispetto al ruolo assunto dall’azienda gelese. La Cesaro Mac Group è stata esclusa dalla gara per vizi di forma. I veleni non finiscono qui’. Stando alla missiva, Mondello avrebbe fatto da facilitatore nella nomina dell’Ingegnere Manlio Munafo’ a commissario dell’ex provincia di Palermo. L’ingegnere, a sua volta, è stato il presidente della commissione di gara sull’appalto a Timpazzo. Il caso, adesso, è finito in parlamento attraverso una serie di richieste scritte del deputato Claudio Fava.

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