Appalto ospedale di Varese, assoluzione bis per l’impresa Russello

 
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Gela. Potevano ottenere la prescrizione, ma hanno voluto essere giudicati nel merito. Ed hanno avuto ragione. Anche in secondo grado cadono le accuse di abuso, falso e truffa ai danni della Regione Lombardia per la costruzione di un reparto di malattia infettiva all’ospedale di Varese.

Tutti assolti, sia i vertici della ditta Russello Angelo, che ex direttore dei lavori, direttore amministrativo e altri tecnici. La quarta sezione della corte d’Appello di Milano, presieduta dal dottor Bernini, ha assolto Fabrizio Russello, e gli amministratori Chiara e Lorella Sciandrello, Angelo Trovato, l’ex direttore generale alla sanità lombarda, Carlo Lucchina, che all’epoca dei fatti era direttore generale dell’ospedale varesino. Gli altri imputati erano il successore di Lucchina all’ ospedale di Varese Roberto Rotasperti, gli ex direttori amministrativi Mario Noschese e Sergio Tadiello, due funzionari della struttura sanitaria e rappresentanti di una ditta. I manager, secondo l’accusa, avrebbero consentito illecitamente il subentro della ditta Russello  alla società Scuto nell’esecuzione dei lavori d’appalto, finanziati per circa 4 milioni di euro dalla Regione. 

Non erano state fatte le verifiche antimafia previste per legge sulla ditta subentrante, il cui titolare, Fabrizio Russello – anch’egli rinviato a giudizio – era finito sotto inchiesta per associazione per delinquere di stampo mafioso. Nel dicembre del 2002 avrebbero approvato una variante al progetto originale di costruzione del reparto, che avrebbe fatto lievitare i costi fino a 6 milioni di euro. In aula gli avvocati difensori hanno presentato una serie di questioni preliminari che il collegio, presieduto dal giudice Orazio Muscato, ha respinto in toto rinviando al 26 maggio per la formazione del fascicolo.

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