Armi e presunti avvertimenti, i Raitano al riesame: nell’abitazione sequestrata una pistola

 
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Gela. Per gli investigatori, avrebbero avuto a disposizione armi, a cominciare da una pistola calibro 7,65, ritrovata nella loro abitazione. I fratelli Antonino Raitano e Ruben Raitano sono attualmente detenuti e i difensori, dopo gli interrogatori di garanzia, hanno deciso di rivolgersi ai giudici del riesame. La prossima settimana, si presenteranno davanti ai magistrati di Caltanissetta. Gli avvocati Francesco Enia e Cristina Alfieri contesteranno i provvedimenti emessi. I pm della procura e i carabinieri ritengono, inoltre, che i due fratelli e un altro indagato, il trentaseienne Giacomo Tumminelli (attualmente sottoposto all’obbligo di presentazione e a quello di dimora), possano essere coinvolti in un presunto avvertimento, sempre a colpi di arma da fuoco. I carabinieri del reparto territoriale hanno accertato che contro un ovile, nella zona di Bulala, sono stati esplosi diversi colpi di fucile. Non escludono che possa essersi trattato di una vendetta. L’ovile è di proprietà dei Trubia. Il quarantacinquenne Vincenzo Trubia e i figli Giuseppe Trubia e Rosario Trubia sono stati arrestati, sempre dai militari, con l’accusa di avere avuto a disposizione una pistola calibro 45, ritrovata nell’ovile. Il ventunenne Rosario Trubia è ritenuto responsabile del tentato omicidio dei due Raitano, gravemente feriti da spari.

Un possibile contrasto tra due gruppi, poi sfociato nei proiettili. Anche il legale di Tumminelli, l’avvocato Valentina Lo Porto, ha proposto riesame, nonostante al trentaseienne sia stata comunque attenuata la misura cautelare. Inizialmente, era stato trasferito in carcere. Gli inquirenti ritengono che abbia spalleggiato i Raitano.

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