Base gas Eni in bilico, Arancio: “Regione intervenga per variante progetto e sblocchi parere”

 
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Gela. Venerdì dovrebbe tenersi un nuovo vertice in municipio. Il sindaco Lucio Greco ha intenzione di convocare ancora i sindacati, insieme alle associazioni datoriali e ai parlamentari del territorio, nazionali e regionali. Il tentativo sarà di individuare una strategia comune per provare a sbloccare la procedura della base gas del progetto “Argo-Cassiopea”. Ministero e Regione non hanno ancora chiuso l’iter e i lavori sono a forte rischio. Il deputato all’Ars Giuseppe Arancio conferma che lo stallo riguarda anche la Regione. “Le perplessità espresse dalla soprintendenza del mare che hanno di fatto bloccato l’iter per la concessione del parere da parte del Ministero dell’ambiente – dice Arancio – possono essere certamente superate. E’ indispensabile che il governo regionale intervenga  con urgenza per arrivare ad una variante progettuale che salvaguardi il patrimonio archeologico dell’area interessata al progetto e permetta in tempi brevi la realizzazione dell’opera e l’impiego degli operai. Bisogna convocare un tavolo tecnico, con il nuovo responsabile della soprintendenza, che si insedierà da settembre”. Il deputato del Pd ritiene che sia essenziale procedere con celerità, anche per salvaguardare il protocollo di intesa, firmato dall’ex giunta comunale del Partito Democratico.

“E’ il momento di avviare ogni possibile procedura per superare le incertezze sul futuro dell’investimento “Argo-Cassiopea” – conclude – progetto di riconversione Eni con un investimento di 1 miliardo e 300 milioni di euro per la realizzazione di una piattaforma per l’estrazione di gas, che garantirebbe la continuità occupazionale degli operai dell’indotto e lo sviluppo del territorio”. La procedura si è impantanata e il senatore grillino Pietro Lorefice ha comunque sottolineato che i ritardi hanno riguardato anche la richiesta di proroga Via per il progetto della base, avanzata da Eni.

1 commento

  1. Ogni tanto si ricordano che i loro stipendi sono pagati dal popolo che li ha messi in regione per salvaguardare i diritti e gli interessi dei cittadini, danno vita a 4 proclami. E poi nuovamente immobilismo

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