Benito Cannizzo ucciso nel bar Rouse, non c’è accordo: i familiari dai giudici per il risarcimento

 
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Gela. Il tentativo di conciliazione obbligatoria non ha avuto alcun esito. Così, i legali della moglie e dei figli di Benito Cannizzo, quarantottenne ucciso nel dicembre di sei anni all’interno del bar Rouse di via Crispi, hanno deciso di depositare la richiesta di risarcimento direttamente sul tavolo dei giudici civili del tribunale.

La richiesta di risarcimento. Gli avvocati Joseph Donegani e Lorenzo Marchese hanno scelto di agire nei confronti di Orazio Vella, allora gestore del bar, condannato in via definitiva ad otto anni di reclusione proprio per quei fatti. Il fratello Marco, a sua volta finito a giudizio con l’accusa di concorso nell’omicidio, è stato invece assolto. In base a quanto ricostruito dagli investigatori, Benito Cannizzo sarebbe stato colpito da Orazio Vella, al culmine dell’ennesimo diverbio. La vittima, infatti, avrebbe più volte cercato di consumare nel locale senza pagare. I gestori dell’attività commerciale si sarebbero sentiti presi di mira dall’uomo, al punto di reagire dopo l’ennesimo tentativo di consumare gratis. Adesso, spetterà ai giudici civili valutare le richieste formulate dai legali dei familiari di Cannizzo ed eventualmente definire l’ammontare del risarcimento.

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