Cade l’accusa di corruzione ma l’imprenditore Fasulo rimane in carcere

 
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GELA. Cade l’accusa di corruzione ma non quella di aver promosso una associazione a delinquere finalizzata alla truffa. Il tribunale del Riesame ha rigettato il ricorso dei legali difensori dell’imprenditore Fabio Fasulo, in carcere dal 4 luglio scorso nell’ambito dell’inchiesta “Cash flow”.

A distanza di 48 ore i giudici del Riesame hanno depositato in cancelleria la loro decisione. Fasulo rimane in carcere seppur alcuni capi di imputazione sono stati annullati, quali ad esempio la corruzione nei confronti del funzionario dell’Agenzia delle Entrate Rosario Toscano. Secondo la procura l’imprenditore avrebbe pagato 10 mila euro il dipendente dell’Erario per ottenere la riabilitazione come soggetto giuridico. Anche lo stesso Toscano si è visto annullare l’imputazione dimostrando che quei soldi presi rappresentavano l’anticipo della compravendita di un immobile. L’emissione di fatture invece false, tese a compensare dei debiti verso il fisco è invece uno dei capisaldi della procura che ha tenuto anche in sede di Riesame. Ecco perchè, mantenendo due gravi capi di imputazione, i giudici hanno deciso che l’ordinanza di custodia cautelare non poteva essere modificata.

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