Caos idrico, sindacati: “Non è più tollerabile che Ati non passi a controlli”

 
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Gela. Il passaggio di consegne dall’Ato Cl6 all’Assemblea territoriale idrica non si è ancora concretizzato, mentre dalla Regione non arrivano indicazioni sullo scioglimento del contratto con Caltaqua, deciso dalla commissione tecnica. Secondo Palermo, l’ultima parola spetta proprio all’Ati. Un giro burocratico che pesa ancora di più sugli utenti. Il sindaco Lucio Greco, dopo i risultati delle analisi effettuate sui campioni di acqua prelevati a Macchitella e Caposoprano, ha disposto il divieto assoluto, almeno per usi a fini alimentari. Tanti quartieri si trovano ad affrontare l’emergenza Covid senza erogazione idrica. Una situazione che allarma anche i sindacati confederali che chiedono controlli e l’attivazione dell’Ati. “Come se non bastassero le misure del lockdown a preoccupare i gelesi adesso arriva la sollecitazione dei responsabili dell’ufficio igiene pubblica dell’Asp che hanno rappresentato al sindaco Lucio Greco la necessità di emanare un’ordinanza per inibire l’uso dell’acqua per scopi alimentari – dicono Ignazio Giudice, Emanuele Gallo e Vincenzo Mudaro – la notizia torna a far emergere come burocrazia e mala gestione siano nemiche del bene comune. Dalla sua costituzione, l’Ati ha il compito di gestire la proposta tariffaria, varare i piani operativi di emergenza e gli interventi tecnici impiegando i fondi europei a serio rischio. Proprio il ricorso alle risorse comunitarie disponibili è fondamentale per salvaguardare gli standard qualitativi del servizio attraverso investimenti nella manutenzione ordinaria e straordinaria delle condotte. Ad oggi, tutto ciò, non è stato reso possibile per il mancato passaggio di consegne tra lo stesso organismo e l’ambito territoriale ottimale”.

Il passaggio da Ato all’Ati non si è ancora concretizzato, anche per il possibile peso finanziario di due lodi arbitrali che consentirebbero a Caltaqua di ottenere circa venti milioni di euro. “Sono trascorsi ben cinque mesi dalla costituzione dell’Assemblea Territoriale Idrica – continuano Giudice, Gallo e Mudaro – e non è più tollerabile registrare il perdurare di questa inerzia né l’assenza di gestione su come considerare il rapporto con Caltaqua. Sul potere di rescissione del contratto noi siamo già intervenuti per correggere il tiro. La prima comunicazione, inviata dalla commissione tecnica all’assessorato regionale all’energia, è stata rivista. Adesso si attende la risposta definitiva della Regione che torniamo a sollecitare per alleviare le preoccupazioni dei cittadini”. I sindacati si rivolgono ai vertici dell’Ati a partire dal presidente Massimiliano Conti. “Purtroppo ci sembra di assistere ad una sessione del gioco dell’oca – concludono –  si va avanti di una casella per tornare indietro di due. Riteniamo che l’emergenza da coronavirus sia un buon motivo per cancellare ogni alibi, per ricondurre i soggetti istituzionalmente preposti, a maggior ragione consentendo di far partire la macchina Ati della Provincia di Caltanissetta, presieduta dal sindaco di Niscemi Massimilano Conti. Per chi non avesse ancora chiaro il concetto ribadiamo che l’Assemblea territoriale idrica esercita poteri di controllo e regolazione del servizio di erogazione ed approvvigionamento idrico di un ampio territorio. Dalla sua piena operatività dipende la qualità di un servizio che continua a far pagare un conto salato agli utenti”. Negli ultimi giorni, Conti ha inoltrato una nota a tutti i sindaci dell’Ati e a breve potrebbe formulare le proposte per concludere l’iter del passaggio di consegne.

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