Caso Agroverde, i proprietari dei terreni si rivolgono alla corte europea dei diritti

 
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Gela. Non tutti i proprietari dei terreni espropriati per consentire alla cooperativa Agroverde di realizzare il mega progetto agro-fotovoltaico da 180 milioni di euro, sono disposti ad aspettare l’ultimatum imposto dai capigruppo consiliari.

Per cinque di loro l’indennizzo calcolato non è congruo. Contestano anche le procedure finora adottate. Per questi motivi hanno deciso di avviare un ricorso alla corte dei diritti europea dissociandosi dal comitato spontaneo “Proprietari dei terreni espropriati” coordinato da Salvatore Mussoni. Quest’ultimi hanno invece deciso di aspettare il prossimo 15 maggio, quando l’amministrazione comunale sarà chiamata a fare chiarezza sulla vicenda come stabilito dalla riunione dei capigruppo consiliari che ha stabilito un crono programma anche per iniziare a regolarizzare i pagamenti degli espropri effettuati da Agroverde nelle contrade Cappellania, Tenuta Bruca e Sant’Antonio. In attesa di conoscere il nome dell’investitore, le cui trattative, stando alle rassicurazioni del presidente Stefano Italiano e del legale Nando Maurelli, sarebbero in dirittura d’arrivo, bisognerà definire il pagamento per l’anticipo delle indennità di occupazione dei terreni espropriati. L’importo, da pagare entro sette giorni, ammonta a circa 350 mila euro. Ovvero, un dodicesimo dei 4 milioni di euro relativo al calcolo complessivo degli espropri effettuati. Quest’ultimo importo dovrà essere saldato, come da crono programma, entro il 20 giugno.

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