Caso Fava: Il presidente del consiglio, “Non mi dimetto ho la coscienza pulita”

 
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Gela. “Non mi dimetto”. Lo ha detto ieri mattina Giuseppe Fava, presidente del consiglio comunale, accusato di avere mosso delle avances a una operatrice Rmi (avrebbe tentato di baciarla). Accuse che partono dalla stessa presunta vittima, che le ha riferite pubblicamente e che Fava respinge definendole “diffamatorie e calunniose” e anche frutto di un disegno politico teso a colpirlo.

“Ho la coscienza pulita” ha detto Fava mettendo però la parola fine alla vicenda e rifiutandosi di rilasciare altre dichiarazioni. D’ora in poi, per la Seconda Carica del Comune, parleranno solo gli avvocati e le carte.
Fava, infatti, ricevuta la notizia delle presunte avances (la vittima parla di molestie), ha presentato querela nei confronti della sua accusatrice, Graziella Corfù, la quale, a sua volta, dopo l’uscita delle prime notizie si era recata in commissariato per esporre i fatti – almeno quelli frutto della sua ricostruzione.
Le due versioni, infatti, diametralmente opposte, finiranno al vaglio dell’autorità inquirente. Smentite, però, dal diretto interessato, le voci di una sua possibile
temporanea uscita di scena dalla politica attiva. Fava, che ieri mattina si è recato regolarmente nel suo ufficio, in Municipio, ha semplicemente detto che si prenderà qualche giorno. Smentita inoltre, da fonti vicine al sindaco, Angelo Fasulo, le voci di una precedente candidatura della Corfù a sostegno dell’attuale maggioranza.
L’operatrice Rmi aveva semplicemente aderito a una lista (Partito liberale) inizialmente nata per sostenere il sindaco, ma poi esclusa dalla competizione elettorale per un difetto di documentazione.
“Quindi la signora Corfù – spiegano dal Comune – non è mai stata candidata a sostegno di Fasulo”.

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