Cava abusiva e a rischio amianto, padre e figlio finiscono agli arresti domiciliari

 
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Niscemi. Producevano laterizi in terracotta senza alcuna autorizzazione in un forno artigianale che emetteva pericolosi fumi in atmosfera

Inoltre avevano impedito l’accesso alla strada della cava alla ditta incaricata dal Comune di Niscemi di effettuare lavori di consolidamento idrogeologico del costone pericolante. Sono queste le ragioni che hanno fatto scattare due ordinanze di custodia cautelare a Niscemi.

I carabinieri di Niscemi hanno posto agli arresti domiciliari Vincenzo e Ottavio Saita, niscemesi, rispettivamente: 68 anni il padre e, 43, il figlio per violenza privata in concorso ed altri reati in materia ambientale. I due arrestati, titolare e addetto alla cava di contrada Quartararo- Castellana, avevano, più volte, impedito l’accesso nella strada della cava alle macchine operatrici di una ditta. Vincenzo Saita, in qualità di titolare della cava, risponde anche di deposito incontrollato di rifiuti solidi pericolosi e non, all’interno dell’area di sua competenza, costituiti persino dalle “onduline” di eternit altamente inquinanti. Saita non aveva risposto all’ordine del Comune di Niscemi di rimuovere gli ostacoli consistenti nel lucchetto e nella catena posti all’ingresso della cava che di fatto impedivano il transito delle macchine operatrici dell’impresa incaricata dal Comune.

 

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