Centomila euro in casa, l’ombra del riciclaggio di soldi “sporchi”: tre donne a giudizio

 
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Gela. L’accusa è pesante. Per i pm della procura, avrebbero riciclato soldi “sporchi”, forse da collegare a presunte attività illecite. Il denaro, circa centomila euro, venne ritrovato nella loro abitazione. Dopo il rinvio a giudizio, tre donne, legate da vincoli familiari, si sono presentate a dibattimento. Sono incensurate e la perquisizione degli investigatori nel loro appartamento fece emergere la presenza del denaro, che era stato ben nascosto. Le accuse mosse le hanno sempre respinte. I soldi, secondo il difensore (l’avvocato Claudio Cricchio), non arriverebbero da attività illecite, ma sarebbero frutto di risparmi e lavoro. Le tre imputate avrebbero deciso di non rivolgersi alle banche, tenendoli in casa. Una versione che convince poco gli investigatori, convinti che dietro all’ingente somma possa esserci qualcos’altro. Il dibattimento è stato aperto e il collegio penale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore, ha respinto l’eccezione preliminare avanzata dalla difesa, che ha chiesto la nullità degli atti.

Secondo il legale, i capi d’accusa sarebbero formulati in maniera del tutto indeterminata, non consentendo di individuare l’effettiva contestazione. Il pm Eugenia Belmonte, che ha seguito l’indagine, si è opposta all’eccezione arrivata dai banchi della difesa. I primi testimoni verranno sentiti il prossimo dicembre.

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