Clan a Roma, in appello parla anche difesa Salvatore Rinzivillo: sollevata incompetenza dei giudici

 
0

Gela. La decisione arriverà a giugno, ma i giudici della Corte d’appello di Roma dovranno pronunciarsi anche sull’eccezione di incompetenza territoriale sollevata dalle difese. I legali degli imputati, coinvolti nel filone d’inchiesta “Druso”, ritengono che non spetti ai magistrati capitolini pronunciarsi. Già in primo grado, davanti al gup del tribunale romano, era stata avanzata la stessa eccezione, comunque rigettata. L’indagine ha consentito agli investigatori di fare luce sui possibili interessi del gruppo Rinzivillo, adesso capeggiato dal presunto boss Salvatore Rinzivillo, ritenuto nuovo reggente della famiglia. I titolari di un’azienda impegnata nel commercio all’ingrosso di ortofrutta e il gestore di un locale, nel pieno centro di Roma, sarebbero stati vittime di richieste estorsive e ritorsioni. In primo grado, al termine del giudizio abbreviato, il giudice dell’udienza preliminare Annalisa Marzano ha condannato a quindici anni e dieci mesi di reclusione lo stesso Salvatore Rinzivillo, a sette anni e otto mesi Paolo Rosa, tre anni e otto mesi per Giovanni Ventura, sei anni e otto mesi ad Angelo Golino, quattro anni e due mesi a Rosario Cattuto, quattro anni e sei mesi a Cristiano Petrone, uno dei carabinieri che si sarebbe messo a servizio di Rinzivillo garantendogli l’accesso ad informazioni riservate. Verdetto che è stato impugnato in appello. Lo scorso marzo, la procura generale ha chiesto la conferma di tutte le condanne. E’ toccato ai difensori replicare e anche il legale di Rinzivillo, l’avvocato Roberto Afeltra, ha respinto le accuse, chiedendo che la sentenza di primo grado venga riformata. Richieste analoghe sono arrivate dall’avvocato Riccardo Balsamo, che assiste Rosario Cattuto, e dagli altri legali del pool di difesa.

Secondo la loro ricostruzione, non ci sarebbero elementi certi per collegare i coinvolti non solo alla famiglia di mafia dei Rinzivillo ma anche alle estorsioni. Parti civili sono gli esercenti che sarebbero stati taglieggiati (rappresentati dall’avvocato Piergerardo Santoro), l’associazione antiracket “Gaetano Giordano” e la Fai (con il legale Giuseppe Panebianco), che hanno invece insistito per la conferma delle condanne.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here