“Cleandro”, difese in aula: in appello chieste conferme per Rinzivillo e altri coinvolti

 
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Gela. Le condanne che ad inizio anno furono pronunciate dal gup del tribunale di Caltanissetta, nel giudizio abbreviato, vanno confermate. La richiesta, a fine settembre, in Corte d’appello, l’ha avanzata la procura generale nissena. E’ toccato invece alle difese degli imputati, coinvolti nel blitz “Cleandro”, esporre le rispettive conclusioni. Si proseguirà anche con altre udienze, destinate ai legali di Salvatore Rinzivillo, Ivano Martorana, Paolo Rosa, Salvatore Gueli, Nicola Gueli e Mario Cassaro. Sono tutti accusati di aver organizzato un vasto traffico internazionale di droga, con base anche in Germania. La droga sarebbe stata movimentata per conto della famiglia di mafia dei Rinzivillo. La conferma della condanna a ventidue anni e due mesi di detenzione è arrivata per il sessantenne Salvatore Rinzivillo, considerato il nuovo boss. Conferme sono state chieste anche per Ivano Martorana (condannato a diciotto anni in primo grado) e Paolo Rosa (per lui dodici anni davanti al gup). In primo grado, erano arrivati nove anni di reclusione per Salvatore Gueli e Nicola Gueli, assolti però dal reato di associazione mafiosa. Quattro anni a Mario Cassaro, anche in questo caso escludendo l’aggravante mafiosa. La procura generale ha concluso, sostenendo la piena conferma delle decisioni di primo grado. Per le difese, invece, non ci sarebbero veri riscontri dell’esistenza di un traffico di sostanze stupefacenti, neanche sull’asse Germania-Italia.

Da quanto emerso nell’inchiesta “Cleandro”, invece, per gli investigatori Rinzivillo avrebbe sfruttato i contatti tedeschi, avendo come supporto logistico anche il gruppo di agrigentini, che da anni era presente in territorio tedesco. Solo per il sessantenne e per Martorana e Rosa è stata riconosciuta l’accusa di mafia. In aula si tornerà nelle prossime settimane, per le conclusioni di altri legali di difesa.  Gli imputati sono rappresentati in giudizio dagli avvocati Roberto Afeltra, Salvatore Pennica, Lillo Fumo e Alfonso Neri. Altri presunti complici sono a dibattimento, davanti al collegio del tribunale di Gela.

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