Colata di cemento sull’archeologia, edificio su un muro di 2500 anni

 
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Gela. La storia della città cancellata dall’avanzata del cemento. Reperti archeologici trafugati e devastati dalle ruspe di imprenditori attratti dal desiderio di costruire nuovi alloggi.

L’assenza di controllo dell’amministrazione comunale, sempre più povera di uomini e mezzi da impiegare alla salvaguardia del territorio, agevola l’impoverimento di beni e testimonianze archeologiche di inestimabile valore.

Nel rione Caposoprano le fondamenta di una palazzina si sono fatte spazio tra un muro del V secolo Avanti Cristo. Immortalato da alcuni archeologi che hanno realizzato un vero e proprio reportage fotografico, la struttura storica sarebbe stata rinvenuta in via Paolo Orsi.

A ridosso di un cantiere edile. Secondo le testimonianze degli studiosi, il muro venuto alla luce avrebbe un duplice valore. Oltre al significato storico, la struttura presenta la insolita collocazione fuori dalle mura di cinta della città.

“Siamo di fronte ad una situazione particolare – spiegano gli archeologi – che andrebbe di certo approfondita. Il ritrovamento dovrebbe essere supportato da indagini mirare che consentirebbero di comprendere meglio il territorio e le popolazioni che vi hanno vissuto.

Non si esclude nessuna ipotesi, nemmeno che il muro potrebbe essere una sorta di fattoria. Purtroppo in città continuiamo ad assistere impassibili all’avanzata violenta delle imprese che continuano ad impoverire il territorio delle sue ricchezze storiche ed archeologiche”.

Ad aggravare la situazione i cumuli di rifiuti lasciati alle spalle dall’avanzata delle ruspe he lasciano intravedere lavorazioni di argilla e tegole. anch’esse riconducibili ad periodo di interesse archeologico.

“Andrebbero di certo analizzati anche i piccoli frammenti venuti alla luce dagli scavi – concludono gli ambientalisti – come tutte le lavorazioni di argilla è possibile effettuare un semplice studio per comprenderne meglio il periodo di provenienza. Non sappiamo cosa si nasconde in quell’area”.

Secondo alcune indiscrezioni, altri reperti sarebbero stati individuati e ignorati dagli stessi studiosi. Si parla di “tesori” nascosti sotto terra, individuati nel perimetro interno a bosco Littorio e, soprattutto, in quello del parco archeologico che ospita le mura Timolentee.

Negli scorsi giorni era stato il responsabile della sezione Archeoclub locale, Nuccio Mulè, a denunciare lo stato di abbandono che investe i siti di maggiore interesse della città.

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