Confiscati ai boss, che fine faranno i beni destinati al Comune? “Apriamo ai campi dei volontari”

 
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Gela. Interventi sui beni definitivamente confiscati ad esponenti mafiosi locali e finiti nella gestione del Comune.

I volontari nei beni confiscati? I rappresentanti di Libera stanno pensando a veri e propri campi estivi, di modo da permettere a giovani volontari di rivalutarli, evitandone l’incuria. “Come associazione da anni impegnata sul fronte dell’antimafia – spiega il responsabile di Libera Giuseppe Spata – non abbiamo alcun interesse ad ottenere la gestione degli immobili e dei terreni definitivamente confiscati e destinati al Comune. Vorremmo soltanto, però, che potessero servire alla città. Per questa ragione, stiamo pensando ad inserire la città nel circuito dei campi estivi dei volontari. Il problema, però, rimane capire quanti e quali beni siano stati definitivamente destinati al Comune”. Per questa ragione, Spata ha chiesto lumi direttamente all’amministrazione comunale. “Ho avuto contatti telefonici con due assessori – dice – non è ancora chiaro, però, quale sia la situazione di diversi immobili”.

Otto decreti di destinazione solo negli ultimi mesi. Sono in totale otto i decreti di destinazione firmati, negli scorsi mesi, dai funzionari dell’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati. In questo modo, tre fabbricati, tutti concentrati nella zona del quartiere Baracche, e cinque terreni sono finiti nel patrimonio indisponibile del Comune. I beni confiscati a Peppe Alferi, ovvero un fabbricato e quattro terreni nella zona di Albani Roccella, dovrebbero servire a progetti d’inserimento per famiglie in difficoltà. Il terreno confiscato a  Giorgio Lignite nella zona di Priolo Sottano, invece, dovrebbe essere affidato, per lotti, a famiglie indigenti che intendano avviare attività di coltivazione agricola. Per quanto riguarda i fabbricati di via Tasso, a Baracche, confiscati sempre a Lignite, dovrebbero servire a far sorgere una struttura che possa ospitare senza fissa dimora o nuclei familiari privi di un’abitazione stabile.  

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