Crack edilizia, sindacati: “Imprese chiuse e lavoratori senza prospettive”

 
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Gela. E’ stato un anno terribile sotto il profilo occupazionale nel settore edile. I numeri forniti dalla Fillea Cgil e dalla Filca Cisl lo dimostrano ampiamente. Se da un lato i 330 lavoratori edili presenti nell’indotto della raffineria di Gela hanno resistito grazie alla cassa integrazione ed i contratti di solidarietà, lo stesso non si può dire per le aziende esterne.

La Fillea Cgil ha denunciato la presenza di un eccesso di contratti part-time firmati da muratori e carpentieri, cosi viene evidenziata l’emorragia che anche nell’ultimo biennio si è registrata ed alcuni numeri si commentano da soli.
Nell’ultimo anno si sono registrate 101 imprese in meno, 284 lavoratori in meno, migliaia di ore lavorate in meno e con esse milioni di euro derivanti dalle retribuzioni non consegnano un quadro felice dell’economia.
Gli economisti individuano nel settore delle costruzioni l’unico anticiclico in grado di far partire l’economia e far uscire dalla crisi il paese.
Alla Fillea Cgil si è insediato Francesco Cosca, subentrato a Ignazio Giudice. Il segretario generale della Filca Cisl di Enna-Caltanissetta-Agrigento, il gelese Franco Iudici, ha sottolineato come sia importante far partire anche i quattordici appalti annunciati dall’amministrazione comunale.
“Nel 2014 verificheremo se l’avvio di queste nuove opere risolleveranno il settore edile – dice Iudici – sicuramente il 2013 è stato un anno terribile. Lo sblocco di alcuni cantieri è necessario per non far morire il settore”.
In provincia il numero di operai censiti al 30 settembre 2013 sono stati 3873, mentre il numero di imprese è di 808 sono state lavorate 2220199 ore, mentre le retribuzioni ammontano a circa 23 milioni di euro.

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