Crisi atti finanziari, consiglio e burocrazia distanti: parte nota, “in aula si porti il rendiconto”

 
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Gela. La strada è ancora molto complessa e non ci sono vere certezze sugli sviluppi della situazione finanziaria dell’ente. L’incontro odierno che in aula consiliare ha messo insieme l’amministrazione comunale, i consiglieri, il commissario nominato dalla Regione per gli atti finanziari e ancora il segretario generale, i revisori dei conti e l’esperto scelto dal sindaco, lascia tante distanze interpretative e non solo. Al momento, non pare prospettarsi nessun rischio per lo scioglimento anticipato del consiglio comunale, che si potrebbe avere solo su diffida del commissario, che però ha escluso questa eventualità, almeno nella fase in corso che è ancora di piena verifica. L’assise civica per l’ennesima volta ha dimostrato di non condividere le procedure attivate dal segretario generale Loredana Patti (che è anche dirigente ad interim al bilancio). La segnalazione rilasciata poco prima del periodo festivo ha fatto scattare una serie di scadenze ed entro il 19 gennaio proprio in aula dovrebbero arrivare le prime proposte per i correttivi da adottare a seguito del parere negativo al bilancio di previsione, rilasciato mesi fa dai revisori. E’ probabile che si tratterà di un atto d’indirizzo, che lo stesso segretario trasmetterà prima alla giunta. Poi, il sindaco e gli assessori lo porteranno all’assise civica. Sia tra gli scranni di maggioranza che tra quelli di opposizione, ci sono fortissime resistenze. Già prima della riunione, è stata trasmessa una nota ufficiale dalla presidenza. Si chiede che il dirigente al bilancio e di conseguenza l’amministrazione facciano pervenire in aula il rendiconto. Il consigliere di Fratelli d’Italia Salvatore Scerra e altri esponenti, soprattutto di opposizione, hanno insistito su questo punto. Non ritengono sufficiente che si proceda con un semplice atto di indirizzo della giunta, contenente la proposta di potenziali correttivi. Pare però che secondo il dirigente Patti non ci siano i tempi utili per far approdare in aula il rendiconto. I consiglieri considerano fondamentale avere riscontri ufficiali, anche nell’eventualità di un intervento della Corte dei Conti. Nessuno intende andare incontro a rischi, dietro ai quali potrebbe materializzarsi anche una verifica dei magistrati contabili. A più riprese, durante la lunga riunione di oggi, i consiglieri hanno continuato a pretendere certezze non solo per l’ente ma anche per la città. Il dissesto è una soluzione che inciderebbe su più gangli della macchina amministrativa, estendendosi ai servizi. La grillina Virginia Farruggia è ritornata su Ghelas e sul futuro della municipalizzata in un periodo di così evidenti incertezze. Senza atti finanziari è impossibile procedere con il nuovo contratto. Al momento, l’unica vera garanzia per la multiservizi sembra proprio la recente proroga di tre mesi. Al termine, però, bisognerà capire come si deciderà di andare avanti.

L’ente è privo di una vera base finanziaria, in assenza del bilancio di previsione (bocciato dai revisori) e di ogni altro strumento finanziario. Anche per il rendiconto non ci sono tempi certi e questo ha generato altre tensioni nel dialogo a distanza, molto complicato, tra il consiglio e la burocrazia dell’ente. Al civico consesso, senza grandi differenze tra opposizione e pro-Greco, la procedura attivata dal dirigente Patti è parsa “una forzatura”, con verifiche che sono ancora adesso in atto e che non si sono concluse nelle tre settimane, ipotizzate subito dopo il parere negativo dei revisori. L’amministrazione comunale, intanto, attende che anche da Palermo qualcuno batta un colpo, anzitutto sul fronte della politica regionale, almeno rispetto al piano di sblocco dei fondi royalties, che secondo Greco e gli assessori sarebbe un passo decisivo. In municipio, l’assise civica e la burocrazia continuano a parlare lingue del tutto differenti.

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