Crisi indotto Eni, cassa integrazione per metà degli operai Sudelettra

 
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Gela. La tendenziale riduzione delle commesse che sta caratterizzando buona parte dell’indotto della fabbrica Eni ha costretto ad un nuovo accordo di cassa integrazione straordinaria.

Questa volta, si tratta di trentasei operai della società Sudelettra: in sostanza, più della metà dell’intero organico del gruppo che, in totale, conta su circa sessanta dipendenti. L’intesa tra sindacati del settore metalmeccanico di Cgil, Cisl e Uil e i vertici del gruppo è stata siglata negli scorsi giorni.
La scelta, comunque, appare legata al tentativo di capire se, nei prossimi mesi, potranno esserci novità sul fronte delle commesse. Un’eventuale intensa ripresa dei lavori in fabbrica potrebbe scongiurare il peggio.
Il caso della Sudelettra, infatti, non è certamente l’unico nell’intero sistema dell’indotto Eni. Durante l’estate, gli operai della Smim hanno bloccato la produzione per oltre cinquanta giorni e i problemi non mancano neanche per l’organigramma dell’azienda Elettroclima, i cui dirigenti, insieme ai segretari sindacali di Fiom, Fim e Uilm, hanno appena rinnovato per un altro mese la cassa integrazione.

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