Da Londra a Gela, dopo Fendi il progetto “Terra Terra”: Giocolano, “lavorare l’argilla per aprirsi al mondo”

 
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Gela. Lavora per marchi globali come Fendi e le sue creazioni d’interior design sono state inserite in abitazioni di lusso come quella della famiglia Ecclestone, il manager per eccellenza della formula uno mondiale.

Il progetto “Terra Terra”. Adesso, il giovane artista gelese Luigi Giocolano sta cercando di mettersi a disposizione della città. L’obiettivo si chiama “Terra Terra”: un progetto appena proposto alla nuova amministrazione a cinquestelle di Gela. “Ho avuto la possibilità, in questi anni fatti di continui viaggi nel mondo – dice – di ottenere apprezzamenti da marchi internazionali. In città, però, vorrei dare una mano. “Terra Terra” significa dare vita ad un laboratorio artigianale su grande scala che consenta di produrre creazioni dell’artigianato locale partendo dall’argilla. Materiali poveri che, però, consentono di realizzare manufatti richiesti in tutto il mondo. L’idea è di dare spazio a tanti giovani migranti che, giunti in città e non solo, si trovano ad affrontare realtà difficili. Non hanno una vera formazione neanche nei centri che li ospitano. Con l’attività di produzione, invece, avrebbero la possibilità di lavorare, avere quindi un reddito, e allo stesso tempo conseguire competenze che gli serviranno in futuro”. Il progetto, negli scorsi giorni, è stato proposto alla giunta del sindaco Domenico Messinese. “Ho avuto modo d’interloquire con l’assessore Nuccio Di Paola – spiega Giocolano – si è mostrato veramente molto interessato all’idea. Adesso, la proposta dovrebbe arrivare in giunta”.

“Materie povere per abbellire la città”. Luigi Giocolano, in attesa di risposte sull’eventuale disponibilità di una struttura che possa ospitare la partenza del progetto di produzione, mira a realizzare veri e propri collegamenti con i mercati internazionali. “Ovviamente – dice ancora – le produzioni di “Terra Terra” verranno proposte a tutti i marchi interessati nel mondo. In questi anni, sono riuscito a stringere contatti che potrebbero aiutare l’intero progetto ad evolversi. E’ solo un primo passo di un’attività che potrebbe essere molto più vasta”. L’artista, comunque, non pensa soltanto alla produzione dei manufatti ma guarda anche all’aspetto urbanistico di Gela. “In effetti – conclude – ci sono spazi d’intervento a non finire. Basterebbero materiali poveri per creare ed abbellire quartieri periferici, lasciati troppo spesso al loro destino. Una cosa è certa, però, il futuro di questa città, anche da un punto di vista turistico, dipende molto dai comportamenti di chi la vive e di chi la vivrà in futuro. Non si può pensare, solo per fare un esempio, che gettare cartacce a terra sia normale. Sono tutte condotte, quasi costanti, che non hanno nulla di normale in una città che dovrebbe mirare a creare un’economia fondata sul bello”.

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