Devono pagare l’Ici dopo aver perso la proprietà, sui loro terreni è sorto il Palazzo di giustizia

 
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Gela. Dovranno pagare settantamila euro di Ici per il nuovo tribunale, un bar e un’agenzia postale di proprietà del Comune ma insistenti in una loro proprietà.

Devono pagare l’Ici. Gli immobili sono stati edificati e regolarmente affittati dall’ex amministrazione comunale, retta da Angelo Fasulo, in un’area di 20 mila metri quadrati, acquisita nel 2003. E’ questa la nuova ingiustizia che alla vigilia di Natale ha colpito gli eredi Calafiore, vittime da dodici anni di un contenzioso scaturito dal mancato accordo sulla definizione del costo al metro quadrato dell’area da espropriare. Nonostante i sette verdetti del tar e i due del Cga, che hanno dato ragione ai legittimi proprietari, ai Calafiore è stata notificata dal settore Tributi del Comune, diretto da Antonino Grisanti, un nuovo avviso di pagamento. Il provvedimento avrebbe sorpreso anche l’assessore, Fabrizio Morello, secondo il quale non si sarebbe dovuto procedere. Il pagamento è relativo all’Ici 2010, anche se l’estate scorsa era stato notificato anche quello relativo al biennio 2008 e 2009 per un importo complessivo pari a 70 mila euro. L’ultima notifica, quella recapitata ai sei eredi Calafiore, ammonta a 36 mila euro. Come aveva affermato l’ormai ex dirigente del settore Tributi, Simonetta Guzzardi “il riconoscimento degli anni precedenti al 2008 sono andati perduti. Per non vessarli abbiamo sospeso il pagamento dal 2010 in attesa del verdetto del ricorso presentato dagli eredi”.

“Tempio dell’illegalità”. “Siamo di fronte ad un caso di accanimento, forse qualcuno avrebbe voluto fare altro in un’area appartenente alla nostra famiglia da secoli – assicura Franco Benvenuti, uno dei sei eredi Calafiore – Mentre si allunga l’attesa di un congruo indennizzo sono solo riusciti a trasformare il Palazzo di Giustizia nel tempio dell’illegalità”. Lo stesso Benvenuti si oppose, nel 2009, all’avanzata delle ruspe volute dall’allora vice sindaco, Elisa Nuara (amministrazione lasciata orfana dal suo primo cittadino Rosario Crocetta capace di conquistare un posto al parlamento europeo) che col supporto della polizia municipale diede seguito allo sgombero coatto che permise di radere al suolo un magazzino adibito alla vendita all’ingrosso di frutta e verdura. “In procura giacciono tutti i documenti che evidenziano l’illegittimità degli atti, con nomi e cognomi degli eventuali responsabili – ricordano Franco Benvenuti e la moglie Maria Calafiore – . Tra questi l’allora vice sindaco, Elisa Nuara, il rup Nanni Costa e il direttore dei lavori e progettista Manlio Averna”.

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