Di Modica e Panebianco salvano Messinese e cade la mozione di sfiducia: dal pubblico, “Vergogna!”

 
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Gela. Inizia la diretta da Palazzo di Città.

Tutta la giunta, ad inziare dal sindaco Domenico Messinese, è in aula.
All’apertura della seduta, prende subito la parola il consigliere comunale di DiventeràBellissima Giovanni Panebianco. Arrivano le prime pregiudiziali sulla mozione di sfiducia. “I termini previsti per la presentazione della mozione sono stringenti -spiega – che servono anche al sindaco per studiare l’atto. Vi prego di andare oltre le questioni politiche. Manca la decorrenza dei dieci giorni, siamo a rischio impugnazione. Così come manca la notifica al sindaco”. Interviene subito il neo segretario generale Salvatore Pignatello.”La normativa non prevede termini a difesa per il sindaco – dice – per me, valgono solo i termini, che sono stati rispettati”. L’esponente di Sicilia Futura Sandra Bennici chiede ufficialmente al consigliere Panebianco di ritirare l’atto. “Se avete dubbi – spiega – ritirate l’atto, siete tra i firmatari”. Tensione tra i consiglieri comunali di DiventeràBellissima. Storie tese tra Giovanni Panebianco e Anna Comandatore. “In base al parere del segretario generale – prosegue Bennici – noi di Sicilia Futura siamo pronti a votare la mozione”.

Carmelo Casano richiama una sentenza del Tar di Catania su una vicenda analoga. “Se il sindaco dovesse impugnare l’atto – dice – noi dovremmo anche pagargli i danni. Il sindaco è tranquillo proprio per questo motivo. Siamo noi a rischiare una figura di X”. Il presidente del consiglio Alessandra Ascia conferma la regolarità dei termini e delle procedure.

“Tutti gli atti amministrativi sono potenzialmente impugnabili” ribadisce il segretario Pignatello. “Qualche consigliere comunale – interviene il forzista Scerra – vuole fare solo terrorismo mediatico. Siamo qui per fare i politici. Siamo qui per decidere il futuro della città. Siamo qui per capire chi sta con la giunta e chi non vuole più questo stato di cose. Non esistono vizi di forma. Bisogna avere il coraggio di dichiararsi con il sindaco”.

“Siamo qui per discutere di politica – ammette Simone Morgana del Movimento cinque stelle – siamo in uno stato di diritto e tutti gli atti sono impugnabili. Spetterà ad un sindaco sfiduciato decidere se impugnarlo o meno. Smettiamola e facciamo il nostro dovere”.

“I dubbi sono stati fugati – interviene Vincenzo Cirignotta – il segretario generale è stato chiaro. La mozine di sfiducia è un atto politico. Non c’è giudice che tenga”.

“Il Pd non ha alcun tentennamento – dice il dem Salvatore Gallo – noi la dignità l’abbiamo tutta. Le pregiudiziali alla mozione sono state avanzate da un esponente di centrodestra, lo vorrei ricordare a Scerra e Cirignotta. Noi siamo in aula per votare la mozione”.

“Il segretario generale non ha dato risposte convncenti – dice Maria Pingo – chi mi assicura che i miei figli non dovranno pagare i danni al sindaco”.

“Sono in aula per votare la sfiducia – interviene Angela Di Modica – ho firmato la mozione. In questi anni, ho cercato di fare opposizione costruttiva. Ma oggi siamo davanti ad un atto nullo. Ritiriamo l’atto e ripredentiamolo successivamente”.

Di Modica ha chiesto una sospensione dei lavori. Passa la proposta.

Riprende la seduta. “Sono un consigliere indipendente – prosegue Di Modica – ho sempre contestato la politica di questa giunta. La fretta può danneggiare il nostro obiettivo e non voglio cagionare un danno erariale. C’è già una gravissima crisi esistenziale. Questo deve essere un luogo di lavoro. A giugno, avevo già depositato una mozione di sfiducia e, ad oggi, non cambia nulla. Oggi, però, ritiro la firma”.

Giovanni Panebianco ribadisce il concetto, confermando la nullità dell’atto. “Mi associo a quanto dichiarato da Di Modica – dice – e ritiro la firma. Non posso votare un atto nullo”. Il presidente Alessandra Ascia ha sciolto la seduta.

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La seduta non è stata ancora aperta.

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