Diffamò Eni? Nessuna mediazione tra l’azienda e David Melfa: manca l’accordo anche sull’azione collettiva

 
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Gela. Nessuna conciliazione tra i legali del gruppo Eni e quelli dell’imprenditore David Melfa. Nessuna conciliazione tra le parti. Così, la causa civile avviata proprio dal gruppo multinazionale ai danni dell’imprenditore, accusato di diffamazione per il tramite del social network Facebook, proseguirà. L’azienda ha chiesto un risarcimento danni da circa un milione di euro. Melfa avrebbe diffamato Eni soprattutto rispetto al tema dei danni ambientali causati al territorio cittadino. Così, scattò l’azione civile. I legali delle due parti, però, non hanno trovato alcun accordo e la causa proseguirà davanti al giudice civile del tribunale.

Non c’è l’accordo neanche sull’azione collettiva. Nessun’intesa neanche sul fronte dell’azione collettiva avviata, invece, da una decina tra imprenditori e operai contro la stessa raffineria Eni. Stando alle contestazioni, la presenza della fabbrica di contrada Piana del Signore e le emissioni in atmosfera avrebbero modificato la quotidianità dei dieci al punto da costringere molti di loro a lasciare la città, trasferendosi in altri centri. Si tratta di uno dei pochissimi casi in Italia d’azione collettiva avviata contro un’azienda multinazionale rispetto alla sua presenza sul territorio. In entrambi i casi, a rappresentare sia Melfa che gli altri protagonisti dell’azione collettiva sono gli avvocati Antonella Barbera e Antonio Giardina. 

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