“E’ stato esposto all’amianto fino al 2003”: vittoria in giudizio per un lavoratore

 
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Gela. E’ stato a contatto con l’amianto all’interno della fabbrica Eni di contrada Piana del Signore almeno fino all’ottobre del 2003. Il giudice Alessandro Laurino, in questo modo, ha detto sì al ricorso presentato da un lavoratore dell’indotto del sito produttivo, rappresentato in giudizio dagli avvocati Lucio Greco ed Ezio Bonanni.

Un riconoscimento che potrebbe aprire una maglia davanti ad un muro che sembrava quasi invalicabile. Ad oggi, infatti, l’esposizione alle pericolose fibre tra gli impianti dello stabilimento Eni è stato riconosciuto, a livello giudiziario, solo fino al dicembre del 1992: data dopo la quale si sarebbe avviata la fase di bonifica.
Con la decisione appena pronunciata dal magistrato, invece, si conferma la presenza di amianto anche dopo il 1992. Una linea sostenuta proprio dagli avvocati Lucio Greco ed Ezio Bonanni che rappresentano molto altri operai dell’indotto, e non solo, affetti da patologie correlate all’amianto.
Il riconoscimento in giudizio della presenza d’amianto in fabbrica potrebbe consentire a molti operai di ottenere diritti previdenziali fino ad oggi rimasti fermi al palo. Non a caso, da anni gli esponenti locali dell’Osservatorio nazionale amianto denunciano la loro condizione e il silenzio sul caso amianto.
Gli avvocati Greco e Bonanni hanno depositato in giudizio una vasta documentazione, capace di attestare le patologie contratte dall’operaio risultato, almeno per ora, vincitore in questo braccio di ferro processuale.

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