Estorsioni ad aziende gelesi, “otto anni per Calacagno”: chiesta anche un’assoluzione

 
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Immagini di repertorio

Gela. Otto anni di reclusione per Salvatore Calcagno e l’assoluzione, invece, per Roberto Aleo. Sono queste le richieste formulate dai pm della Dda di Catania, nei confronti di due imputati, coinvolti, secondo gli investigatori, nel giro di estorsioni imposte dai clan niscemesi a diverse aziende gelesi, soprattutto attive nel settore dei rifiuti. Le richieste sono state formalizzate, nel corso del giudizio abbreviato scelto dai legali di difesa di Calcagno e Aleo. In base alle risultanze delle indagini condotte, i clan di stidda e Cosa nostra niscemese imponevano la messa a posto alle aziende che ottenevano appalti, dai rifiuti e fino all’edilizia. Chi non pagava, avrebbe potuto subire danneggiamenti e ritorsioni. Alcuni degli imprenditori gelesi taglieggiati si sono costituiti parti civili. I loro legali, gli avvocati Stefano Scepi, Laura Cannizzaro, Salvatore Falzone e Fabrizio Ferrara, hanno concluso sostenendo la responsabilità degli imputati. Anche il Comune di Niscemi è parte civile, con il legale Aurelio Lattaferro, che a sua volta ha chiesto la condanna. Le difese, invece, hanno descritto un quadro del tutto differente, ritenendo che non ci possano essere collegamenti tra le presunte richieste estorsive e gli imputati. La decisione del gup del tribunale di Catania verrà emessa, probabilmente, a gennaio.

Altri coinvolti nella stessa indagine sono già stati rinviati a giudizio e a dicembre si presenteranno dai giudici del tribunale di Caltagirone. In questo caso, si tratta di Francesco Amato, Gianfranco Arcerito, Salvatore Blanco, Salvatore Di Pasquale, Salvatore Ferrara, Salvatore Mastrantonio, Francesco Melfa, Salvatore Perticone, Rosario Russo, Rosario Zarba e Giuseppe La Russa. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Francesco Spataro, Salvo Macrì, Fabio Bennici, Danilo Tipo, Luigi Cinquerrui, Agata Maira, Massimo Consortini, Eugenio Muscia, Barbara Biondi, Marco Greco, Donatella Singanella e Franco Passanisi.

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